QUINTO (TREVISO) - Sono scesi in campo uno a fianco all'altro indossando una maglietta dal messaggio inequivocabile: «L'associazione calcio dilettanti Treviso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL TRIBUTOLe magliette anti razziste non sono state l'unico gesto simbolico della giornata. L'attaccante burkinabè del Treviso ha indossato per la prima volta la fascia di capitano. Un meraviglioso tributo, reso possibile sia dalla sensibilità dei dirigenti che da quella della squadra che ha così deciso di eleggerlo a proprio rappresentante.
NESSUN PROVVEDIMENTOGli insulti razzisti rivolti ai due giovani, erano stati riferiti durante l'intervallo della partita ai dirigenti e all'allenatore della Miranese. La risposta? «Prenderemo provvedimenti». «Alla fine però non hanno fatto nulla e i ragazzi sono tornati a giocare anche il secondo tempo - evidenza Maurizio -. Anche i genitori sugli spalti si sono accorti di quanto stava succedendo tanto che urlavano ai ragazzi della loro squadra di smetterla. Dalla Miranese non ci sono arrivate nemmeno le scuse». Presente sugli spalti anche l'assessore allo Sport di Silea, Silvano Piazza. «Sono venuto a vedere la partita perché i ragazzi del Treviso si allenano nel campo di Silea e mi faceva piacere esserci - afferma -. Quello che è successo è stato molto brutto ma i ragazzi sono riusciti a mantenere il clima positivo. Anch'io ho giocato a calcio e ho anche fatto l'allenatore, lo spirito di squadra è importante quando accadono fatti simili». «Siamo una famiglia - afferma l'allenatore biancoceleste Guerrino Femio -. Abbiamo parlato tutti insieme di quello che era successo, ci siamo confrontati e ci siamo concentrati sulla partita come facciamo sempre. È un episodio sicuramente da condannare, frutto dell'ignoranza ma a noi non interessa, vogliamo far passare il messaggio educativo che ci sta dietro».
Lucia Russo Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino