Insulti a baby-giocatore, tutti in campo con la maglia: «Un calcio al razzismo»

Insulti a baby-giocatore, tutti in campo con la maglia: «Un calcio al razzismo»
QUINTO (TREVISO) - Sono scesi in campo uno a fianco all'altro indossando una maglietta dal messaggio inequivocabile: «L'associazione calcio dilettanti Treviso...

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QUINTO (TREVISO) - Sono scesi in campo uno a fianco all'altro indossando una maglietta dal messaggio inequivocabile: «L'associazione calcio dilettanti Treviso dà un calcio al razzismo». E sul braccio del loro compagno insultato e minacciato domenica scorsa a Silea per il colore della pelle, hanno infilato la fascia di capitano. In modo che quel messaggio fosse ancora più chiaro. Hanno risposto così i giovani calciatori del Treviso Calcio under 15 all'episodio di razzismo che ha visto coinvolto il 24 marzo un giocatore biancoceleste originario del Burkina Faso, preso di mira dagli avversari della Miranese. «Nero di m... ti seppelliamo» si era sentito dire il ragazzino, poi scoppiato in lacrime, al quale aveva prestato aiuto un compagno di squadra italo-colombiano. Anche a lui era stato riservato un trattamento identico. «È stato un ragazzo della squadra a proporre di creare queste magliette - spiega  il dirigente e accompagnatore del Treviso, sceso in campo ieri pomeriggio a Quinto contro lo Zero Branco, Carlo Maurizio - L'episodio è stato molto spiacevole ma ha lo sport va oltre la conquista dei 3 punti sul campo. Questo è ciò che abbiamo sempre cercato di trasmettere e loro, con quest'idea, sposata anche dai genitori, lo hanno messo in pratica». 

IL TRIBUTOLe magliette anti razziste non sono state l'unico gesto simbolico della giornata. L'attaccante burkinabè del Treviso ha indossato per la prima volta la fascia di capitano. Un meraviglioso tributo, reso possibile sia dalla sensibilità dei dirigenti che da quella della squadra che ha così deciso di eleggerlo a proprio rappresentante. 

NESSUN PROVVEDIMENTOGli insulti razzisti rivolti ai due giovani, erano stati riferiti durante l'intervallo della partita ai dirigenti e all'allenatore della Miranese. La risposta? «Prenderemo provvedimenti». «Alla fine però non hanno fatto nulla e i ragazzi sono tornati a giocare anche il secondo tempo - evidenza Maurizio -. Anche i genitori sugli spalti si sono accorti di quanto stava succedendo tanto che urlavano ai ragazzi della loro squadra di smetterla. Dalla Miranese non ci sono arrivate nemmeno le scuse». Presente sugli spalti anche l'assessore allo Sport di Silea, Silvano Piazza. «Sono venuto a vedere la partita perché i ragazzi del Treviso si allenano nel campo di Silea e mi faceva piacere esserci - afferma -. Quello che è successo è stato molto brutto ma i ragazzi sono riusciti a mantenere il clima positivo. Anch'io ho giocato a calcio e ho anche fatto l'allenatore, lo spirito di squadra è importante quando accadono fatti simili». «Siamo una famiglia - afferma l'allenatore biancoceleste Guerrino Femio -. Abbiamo parlato tutti insieme di quello che era successo, ci siamo confrontati e ci siamo concentrati sulla partita come facciamo sempre. È un episodio sicuramente da condannare, frutto dell'ignoranza ma a noi non interessa, vogliamo far passare il messaggio educativo che ci sta dietro». 
Lucia Russo Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino