Calcio, le partite di Juve, Inter e Milan sul maxischermo del bar. Al Ladybug uno schema anti risse

Calcio in tv schema anti risse
ODERZO - «Chissà, chissà se davvero vai a vedere la tua squadra» cantava Rita Pavone nel 1962 e ora la stessa domanda potrebbe farsela qualche avventore...

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ODERZO - «Chissà, chissà se davvero vai a vedere la tua squadra» cantava Rita Pavone nel 1962 e ora la stessa domanda potrebbe farsela qualche avventore del bar Ladybug, uno dei punti di ritrovo nella periferia dell’opitergino per le partite di calcio della serie A. Sì, perché se la combo maxischermo e birra gelata (mantra per eccellenza del calcio italiano) non manca, il problema sorge nel caso di programmazione contemporanea delle partite. E tra chi vuole vedere il derby e chi, invece, è uscito di casa per guardarsi il Napoli, vince il cartello affisso all’interno del locale, che un po’ goliardicamente stabilisce una lista prioritaria nella visione delle gare con precedenza assoluta alla Juventus, squadra del cuore del titolare Andrea Corso.


LA POSIZIONE
«Una decisione che ho dovuto prendere per evitare – come è capitato – discussioni accese tra i clienti. Poi, sia ben chiaro, ad avere l’ultima parola è sempre la maggioranza. Se molti di loro sono qui per l’Inter, è ovvio che si proietterà quella gara». Un sistema orientato anche a proteggere gli interessi del locale, perché, come continua Corso, preparando un caffè, «tutti i costi sono aumentati, in primis quello dell’energia. Come sarà a settembre? E a ottobre? Ho bisogno anche di tutelare la mia attività, perciò la precedenza sarà per quella maggioranza, che so resterà fino alla fine». 


GODIMENTO A METÀ


Un cartello, o meglio, un “avviso alla clientela” come recita lo stesso, che sembra voler mettere le mani avanti onde evitare liti antipatiche e noiose, che solo ritarderebbero i tempi – già tirati – per la visione della partita. Perché al Ladybug le luci si spengono alle 22, poi tutti a casa o in cerca di un altro locale dove continuare il secondo tempo. «Un orario di chiusura dettato dall’amministrazione, dal momento che il locale nasce come sala giochi. Molti clienti mi chiedono di tenere aperto oltre l’orario, ma queste sono le regole e devo rispettarle» conclude Corso, che, anche senza fischietto, continua a muoversi dietro il bancone come un arbitro sui generis tra le richieste dei tifosi.

 

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Il Gazzettino