Addio "Cencio" Da Rold, gloria del Belluno: marcò Rivera e Nereo Rocco voleva portarlo al Milan

Vincenzo "Cencio" Da Rold, a destra, insieme all'ex presidente del BellunoPonte Pavanello, in una foto del 2006
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BELLUNO - Era “Cencio”, per tutti. Uno di quei casi in cui il nomignolo (nickname si dice oggi) ti si appiccica addosso, ti identifica. Sarà così per sempre, perché mercoledì la vita di Vincenzo Da Rold si è conclusa, lasciando un vuoto enorme prima di tutto nella sua famiglia, ma certamente anche nello sport bellunese. “Cencio” è stato un giocatore capace di scrivere pagine importanti nella storia del calcio dolomitico (ha anche allenato moltissime squadre in provincia). Nell’epoca del grande Belluno e soprattutto per essersi fatto conoscere e apprezzare letteralmente da un capo all’altro d’Italia. Perché Da Rold è stato uno dei primi - quando non era così semplice e naturale - a partire per cercare fortuna in altre squadre. E che squadre. La Triestina e il Catania. Dall’estremo Nordest alla Sicilia profonda. E chi ha conosciuto “Cencio”, sa quanto era bello ascoltarlo, sentirlo raccontare gli aneddoti per esempio su Massimino, lo storico presidente del Catania. Ma anche nella città della bora aveva lasciato il segno, sicuramente nella vita personale, perché a Trieste aveva conosciuto la moglie Ada, che gli è stata vicino fino all’ultimo, insieme ai figli Luca e Lara, gli adorati nipoti Pietro, Giulia e Anna. Nella vita professionale post calcio è stato agente di commercio; era in pensione da una decina d’anni, gli ultimi trascorsi a lottare contro un male che alla fine lo ha piegato, senza sconfiggerlo. «Perché è stato un guerriero anche nell’affrontare la malattia, come lo era in campo» dice commosso il figlio Luca, che poi torna a parlare di calcio. «E’ sempre stato un appassionato profondo, non con lo spirito del tifoso. Le “sue” squadre erano il Belluno e il Milan» aggiunge. «Nereo Rocco lo voleva portare proprio al Milan, dopo una partita in cui con la Triestina affrontò i rossoneri e marcò Rivera. Ma il passaggio non si concretizzò» è l’aneddoto di Luca.

I funerali di Vincenzo Da Rold si svolgeranno in forma privata, domani, sabato, nella chiesa di Cavarzano, ovvero nel suo quartiere, quello che gli diede i natali, nel 1945. A 77 anni, è andato avanti: ciao “Cencio”, fai buon viaggio Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino