ROVIGO. Dal campo allo spogliatoio e poi davanti al giudice. Una partita andata avanti per anni e che ha visto contrapposti Paolo Dal Fiume e Vito Antonelli, con il secondo che,...
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PROTAGONISTI FAMOSI
A rendere particolare la vicenda, i due protagonisti, Dal Fiume e Antonelli, nomi che per gli appassionati di calcio non hanno bisogno di presentazioni. Il primo ha alle spalle oltre 200 partite in serie A, giocando fra l’altro nel Napoli di Maradona. Il secondo è cresciuto nelle giovanili del Bari palleggiando con un certo Antonio Cassano.
Le loro strade si sono intrecciate in particolare nella stagione 2011-2012. Erano insieme al Lapecer che in quella stagione di Eccellenza giocava al Gabrielli con il benestare dall’allora Giunta Piva. Antonelli era il faro del centrocampo nonché capitano di lungo corso, mentre Dal Fiume era l’allenatore, chiamato in panchina a stagione già iniziata su suggerimento di Antonelli alla dirigenza. A dare il via alle ostilità fra tecnico e capitano, fu una burrascosa telefonata a fine campionato. Con Dal Fiume che ha poi querelato Antonelli accusandolo di aver pronunciato frasi contenti offese e minacce. Antonelli, che poi si trasferì all’Adriese, tornando a Rovigo come allenatore con il Delta Porto Tolle e che, oltre a collaborare con la Juve come tecnico degli Juventus camp estivi, è attualmente allenatore dell’Under 16 del Chievo Verona, pur ammettendo la telefonata e i toni accesi, ha sempre negato di aver minacciato Dal Fiume.
L’ASSOLUZIONE
A supporto delle sue affermazioni, aveva indicato come testimoni due compagni di allora, con i quali era in palestra quel giorno e che lo avevano sentito parlare al telefono. Dal Fiume, dal canto suo, aveva portato come testimone l’ex dg Gianluca Sattin che era in macchina con lui edaveva sentito la telefonata in viva voce. Assistito dall’avvocato Alessandro Rossetti, Antonelli, che abita ancora a Rovigo, è stato assolto. «Sono contento – spiega - perché non è stato piacevole portarsi dietro questa accusa. Alla fine è emersa la verità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino