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VENEZIA - È un trend che ormai sembra essersi consolidato e che fa ben sperare, nonostante un risvolto di medaglia negativo chiamato a fare i conti con l’ascesa continua dei decessi. Fatto sta, però, che numeri alla mano si stanno riducendo al lumicino gli ingressi quotidiani in Terapia intensiva. A certificarlo non solo le variazioni giornaliere riportare dal bollettino regionale di Azienda zero, ma anche un osservatorio delle stesse Ulss, che quei numeri li hanno sottomano ogni giorno e li confrontano.
Nell’Ulss 3 Serenissima, che in una notte dello scorso aprile aveva visto ridursi quasi al limite il numero dei posti liberi in Rianimazione, a ieri sera dei 96 posti letto attivi nei vari reparti di Terapia intensiva dei propri ospedali (Civile di Venezia, Angelo di Mestre, Mirano, Dolo e Chioggia) ne vedeva 49 occupati da pazienti Covid e altri 24 da pazienti non Covid che comunque necessitano di cure per acuti. Ci sono quindi 23 posti liberi di Terapia Intensiva. Un dato capace di dare speranza anche perché poco prima di Natale i posti letti vuoti - tra pazienti costretti dal virus e altri pazienti affetti da patologie diverse - erano una dozzina. È vero, nel conto vanno messe le decine di decessi giornalieri, ma la mancata occupazione dei posti lasciati liberi da chi ha pagato al virus il prezzo più alto si può tradurre in una contrazione degli ingressi in Rianimazione. Resta, poi, la possibilità di alzare fino a 114 i posti letto per acuti, come previsto dalla Fase 5 degli ospedali voluta dalla Regione Veneto. Il che vuol dire che l’Ulss 3 ha altri 18 letti da poter giocare come potenza di fuoco e che ora sono fermi in attesa di utilizzo, anche se la speranza è di non averne bisogno perché usarli vorrebbe dire ripiombare nell’incubo.
Uno spiraglio lo offre il bollettino regionale che riporta 288 nuovi contagi in ventiquattr’ore che alzano a 45.809 i malati Covid complessivi dal 22 febbraio. Una variazione come quella di ieri però non si registrava dal primo dicembre (286 positivi quel giorno) ed è il punto di caduta naturale di una frenata importante, figlia (forse) delle chiusure di questi primi giorni del 2021. I nuovi positivi così come gli attualmente positivi, ieri a 13.017, sono in costante calo dal 7 gennaio, quando erano stati contati 728 casi. Ventisei i decessi di giornata, 1.297 in tutto. E sempre ieri sono arrivati i nuovi 7mila vaccini Pfizer che verranno conservati all’Angelo di Mestre e saranno poi distribuiti tra l’Ulss Serenissima (circa 5200) e l’Ulss 4 Veneto orientale (più o meno 1700) per continuare la campagna vaccinale che sta procedendo spedita nel Veneziano.
Con la riapertura delle lezioni in presenza per elementari e medie, oltre che il riavvio degli asili, il virus è tornato negli istituti scolastici, ma non si registra al momento “l’effetto cenone”, dovuto ai ritrovi per le feste natalizie: a ieri erano solo 8 le classi interessate nel Veneziano da almeno un contagio tra alunni (7 casi) e docenti (1 caso). Casi singoli, dunque, e non focolai. Le positività di alunni e docente hanno generato a loro volta la quarantena per 163 ragazzi e per 7 insegnati, tutti considerati contatti stretti dei positivi. Il contagio ha portato anche alla chiusura della classe, come disposto dalla stretta voluta dal Governo. A pagare di più le elementari (4 casi), poi le medie (3 casi) e gli asili (1 caso). Le scuole interessate sono a due ciascuna a Venezia e Campolongo Maggiore e 1 a testa a Cavarzere, Chioggia, Dolo e Marcon.
Rimane sempre alto il numero di contagi con la curva che si è abbassata in maniera ancora troppo lieve.
Il Gazzettino