Contributi regionali, il Cai detta le priorità sui sentieri

Contributi regionali, il Cai detta le priorità sui sentieri
TRIESTE - Sette interventi di assoluta urgenza sui sentieri di montagna per uno sviluppo complessivo di 41 chilometri. Altri sedici di primaria importanza, ma attualmente non...

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TRIESTE - Sette interventi di assoluta urgenza sui sentieri di montagna per uno sviluppo complessivo di 41 chilometri. Altri sedici di primaria importanza, ma attualmente non eseguibili per mancanza di stanziamenti pubblici, per altri 131 chilometri.


È il duplice elenco che il Gruppo regionale del Club alpino italiano ha inoltrato alla Regione per indicare come dovranno essere spesi - o meglio investiti - i 60mila euro appena stanziati nella legge di assestamento di bilancio per volontà del vicepresidente Sergio Bolzonello.

Certo, una goccia nel mare dei disastri che la scarsa manutenzione e soprattutto piogge, gelicidio e nevicate troppo abbondanti hanno provocato un po’ su tutto l’arco delle Alpi friulane. Ma poco è meglio di niente. Così Toni Zambon, presidente regionale del Cai, ha indicato nella lista di prima urgenza il sentiero 744 Montemaggiore-Prossenico-Montefosca, il sentiero 747 da Castelmonte a Clabuzzaro (1,10 chilometri) e i sentieri 506 e 509 che collegano l’abitato di Camporosso con il Monte Lomeg e Sella Vuom Gacceman (in tutto si tratta di tracciati per 25,5 chilometri). Gli altri due interventi indicati dal Cai nella prima lista riguardano i sentieri 519 e 520, rispettivamente per il collegamento Valromana-bivio 511 e Valromana-bivio 511 per Capanna Cinque Punte e la Portella.

Non è affatto sicuro che i 60mila euro bastino per tali necessità: «Gli interventi saranno realizzati sotto la direzione della Commissione giulio-carnica sentieri, rifugi e opere alpine che coordina e dirige in ambito regionale i lavori di segnatura e manutenzione dei sentieri alpini eseguiti dalle locali Sezioni del Cai». spiega Zambon. A loro del resto viene demandata la competenza in materia dalla legge. La Commissione pianifica i lavori, li coordina, stabilisce le priorità degli interventi e ne verifica la qualità. Tuttavia «purtroppo soltanto una piccola parte dei lavori potrà essere svolta da volontari - precisa il presidente del Cai Fvg - mentre tutto il resto, di fronte alla mole di lavoro necessaria, dovrà essere effettuata da ditte e imprese specializzate».

Stiamo parlando di frane, smottamenti, crolli, inghiaiamenti. Tutte cose che squadre di volontari armati soltanto di passione non possono affrontare. Ma rivolgersi a un’impresa costa e per quanto il Cai si appresti a confrontare più offerte per ciascun lavoro in programma, i costi saliranno inesorabilmente.

La manutenzione e la sicurezza dei sentieri Cai è una questione primaria per il turismo in montagna: vantare montagne selvaggiamente affascinanti come le nostre ma non poterle avvicinare agli escursionisti rischia, infatti, di divenire un disvalore aggiunto ai tanti motivi della crisi.


Il Cai del Friuli Venezia Giulia ha valutato che gli altri 16 interventi con carattere di urgenza (vedi grafico) comportino costi complessivi per 650mila euro circa, ovvero oltre dieci volte tanto rispetto alla cifra che la Regione ha appena reso disponibile.

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Il Gazzettino