Daisy cagnolina denutrita: la sua storia commuove il web

daisy
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BELLUNO - Sono in tanti tutti in attesa di capire come sta Daisy. Il caso del segugio di nemmeno un anno ritrovato solo quasi due settimane fa, portato al canile sanitario e infine restituito all'allevatore ha sollevato l'indignazione del web. Perché il cucciolo era pelle e ossa, senza microchip, infestato di zecche e di parassiti. La sua foto sta facendo il giro della rete e l'appello lanciato da una cittadino al canile sanitario di Belluno e al Servizio veterinario dell'Usl per avere informazioni sullo stato di salute e un po' di chiarezza, ha ottenuto centinaia di condivisioni. Daisy non doveva tornare da chi l'aveva ridotta in quelle condizioni, secondo gli animalisti che imputano quell'aspetto smagrito e quello sguardo perso a scarsa cura verso la bestiola. 


GLI APPELLI
«Sto seguendo da giorni il caso di questa segugia di neanche un anno ritrovata sabato scorso in condizioni pietose e senza microchip ha scritto una donna, T.F.B., che si è presa a cuore la vicenda - Mi chiedo quanto sia lecito restituire una creatura ad una persona che la teneva in così grave stato di malnutrizione, con zecche e pulci. Gradirei un confronto con Lei, perchè forse finora non ho capito niente...io credevo che i canili tutelassero i cani...sono disponibile a un colloquio con Lei, se per caso le informazioni di cui sono a conoscenza fossero inesatte». La mail è stata inviata al responsabile del canile, il dottor Icilio Manzi, per avere chiarimenti. A stretto giro è seguita un'altra mail, rivolta questa volta al dottor Gianluigi Zanola del Servizio veterinario dell'azienda sanitaria. «Sono indignata e perplessa di fronte a come il canile sanitario di Belluno ha non gestito la cosa...una cagnolina così denutrita, con zecche e pulci ovunque doveva come minimo rimanere in canile per accertamenti sanitari, di sicuro non venire affidata a nessuno fino a quando le sue condizioni non si fossero stabilizzate si legge nello scritto inviato domenica -. È stata invece affidata a un presunto allevatore che avrebbe dato la cagnolina a un cacciatore 15 giorni fa. Ma un cane non si riduce in questo stato in 15 giorni, dovreste saperlo, quindi mi chiedo di che allevatore e di che allevamento stiamo parlando. Vorrei da Lei e dal dottor Manzi delle risposte». 

LA RISPOSTA

Zanola ha spiegato come stanno le cose, sollecitato dalla mail ha risposto chiarendo come il compito del canile sia quello di gestire solo i randagi, non di preoccuparsi troppo sullo stato di salute e su chi sia davvero il padrone, nel caso di assenza di microchip. Il chiarimento però non ha soddisfatto gli attivisti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino