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CADORE -Conto alla rovescia per il “Green Deal Cadore 2030” progetto con il quale la Magnifica Comunità di Cadore elabora i temi che saranno al centro degli investimenti per lo sviluppo e il rilancio del territorio cadorino nei prossimi dieci anni. L’evento di apertura, in programma sabato 22 maggio, è stato presentato ieri a Venezia a Palazzo Balbi. Il Cadore si propone come laboratorio di idee per guidare il cambiamento in un contesto particolarmente favorevole grazie alla definizione di programmi economici mirati (Next Generation EU; nuova programmazione comunitaria 2021-2027; fondi per la montagna e le Aree interne) e dei grandi eventi internazionali dei prossimi anni (Mondiale di canoa di Auronzo 2023; Olimpiadi e Paralimpiadi Milano-Cortina 2026).
I PROTAGONISTI
Il compito della Magnifica Comunità sarà quello di accendere il “motore dello sviluppo”, coordinare e agire per creare la collaborazione tra tutte le componenti territoriali, senza sostituirsi, bensì mettendosi a disposizione degli altri soggetti preposti all’attuazione di progetti e iniziative di sviluppo. Sono 14 i tavoli tematici con oltre 200 persone che vi parteciperanno, in modalità digitale, a partire dal 22 maggio, «ci aspettiamo molto da questa prima fase -ha detto il presidente della Magnifica Renzo Bortolot- e sono certo che questa esperienza anche per come è attuata sarà utile al futuro».
IL FUTURO
Un futuro sempre più aperto alle tecnologie.
I GIOVANI
Tenere i giovani in montagna offrendo delle opportunità, «se non reinventiamo questo territorio attraverso i giovani non sconfiggeremo il cancro dello spopolamento», ha assicurato il sindaco di Pieve Bepi Casagrande. Gli ha fatto eco Roberto Padrin presidente della Provincia: «Arriveranno risorse per investimenti che dovremo cercare di utilizzare al meglio, in modo da contrastare lo spopolamento. Non possiamo più permettere che i nostri giovani, che per motivi di studio lasciano la provincia, poi non vi facciano più ritorno». «I giovani sono molto motivati a restare però sono altrettanto decisi a continuare ad avere le competenze che hanno acquisito in altri contesti. Un giovane medico che torna in montagna vuole essere un bravo medico ma spesso non gli si dà la possibilità», ha detto Giustina De Silvestro la direttrice del Servizio Trasfusionale dell’Azienda ospedaliera di Padova in prima linea nella pandemia tanto da aver ideato la Banca del sangue. Da 40 anni vive a Padova, “ma sono una cadorina” ha affermato. L’evento del 22 maggio si potrà seguire online registrandosi sul sito www.greendealcadore.com. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino