VENEZIA - La Città Metropolitana di Venezia ha imposto per 60 giorni la sospensione dell'attività di caccia in due valli della laguna di Venezia, la Dragojesolo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dopo le multe e le denunce penali contro i cacciatori, ora è arrivata la punizione anche per i proprietari: dal prossimo 17 settembre, giorno di apertura della prossima stagione di caccia, fino al 15 novembre nelle due valli non si potrà sparare un colpo. Un danno economico non indifferente dato che i facoltosi clienti delle tante valli della laguna arrivano a pagare anche 100mila euro a stagione di caccia per una botte, ossia per la postazione in mezzo agli specchi d'acqua dalla quale si può sparare. E siccome la prossima stagione va dal 17 settembre al 31 gennaio, sospendere l'attività alla Dragojesolo e alla Grassabò fino al 15 novembre, significa compromettere gli incassi di quasi mezza stagione. I proprietari possono fare ricorso alla Giunta regionale, al Tar o al presidente della Repubblica e pare che la Dragojesolo si sia già rivolta a palazzo Balbi sostenendo quanto aveva detto agli agenti, e cioè che le oche uccise erano finite vicino alle botti dei cacciatori trascinate dall'acqua ma che erano state uccise altrove; comunque non da molto lontano dato che i laghetti di caccia sono chiusi.
Le guardie quel giorno di gennaio sono intervenute solo in due valli perché materialmente non potevano tenere sotto controllo tutte le aziende faunistico venatorie della laguna, avrebbero dovuto schierare un esercito con appostamenti di auto civetta, riprese video e quant'altro, ma se lo avessero effettivamente fatto, avrebbero trovato molte altre mattanze simili.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino