ROVIGO - Danneggiato in maniera grave il nuovo radiotelescopio dell’osservatorio astronomico Bazzan. Lo conferma Luca Boaretto, responsabile della struttura e...
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I pallini hanno rovinato anche la parabola, molto costosa, parte dello strumento che serve per ricevere i radiosegnali, mettendola completamente fuori uso. «Il danno è ingente e le rotture non permettono la normale funzionalità del radiotelescopio - prosegue Boaretto - la colpa è dei cacciatori irresponsabili come confermano numerosi passanti che avvertono di aver sentito gli spari. Preciso, però, che la stagione di caccia non è ancora iniziata e nella zona dell’osservatorio astronomico di Sant’Apollinare è addirittura vietata».
Già due anni fa lo stesso Boaretto e il collega Renato Modena furono testimoni di una brutta esperienza durante una manutenzione pomeridiana; nello stesso periodo un cacciatore sparò da alcuni metri loro, rischiando di ferirli, uccidendo, fortunatamente, soltanto un fagiano che cadde proprio nel terrazzone dell’osservatorio, o a qualche metro da Boaretto. «Lo spavento fu enorme e dopo qualche giorno le forze dell’ordine sono riuscite a identificare il cacciatore – sottolinea Boaretto - siamo terrorizzati dal fatto che l’esperienza possa ripetersi. Le operazioni di sfalcio del verde devono essere garantite nella zona, ma risultano estremamente rischiose. La cosa che fa più male è vedere inutilizzabile uno strumento scientifico conquistato con enormi sacrifici, il quarto in Italia e il ventesimo in tutto il mondo, per colpa di cittadini incoscienti. È un affronto per tutta la comunità».
Ora si provvederà ad aggiustare lo strumento, ma Boaretto non frena la sua rabbia. «I cacciatori dovrebbero ricordarsi di rispettare le distanze e soprattutto di non cacciare in zone con divieto o peggio ancora di riserva. D’ora in poi gli operatori dell’osservatorio astronomico segnaleranno ogni movimento sospetto, collaborando con le forze dell’ordine perché non si può rischiare la vita né rovinare beni preziosi per lo sviluppo culturale della città». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino