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PRATA - Sono 58 le nutrie abbattute nel territorio dall'Associazione cacciatori Riserva di caccia di Prata. Per ogni capo, il Comune paga 7 euro, per un totale di 406 euro. Si tratta di un rimborso erogato per le spese sostenute nelle battute di eliminazione dell'impopolare mammifero, inviso soprattutto per i danni arrecati alle sponde fluviali con l'escavazione delle gallerie-tane, lunghe anche decine di metri. Il contributo alle doppiette pratesi è previsto da una convenzione, sottoscritta il 9 maggio tra l'ente locale e l'associazione, con cui si dà corso al piano regionale di controllo con finalità eradicativa della nutria (Myocastor coypus). La convenzione ricopre gli anni 2022 e 2023.
In base al rendiconto presentato da Massimiliano Tesolin, direttore della riserva di caccia, le 58 nutrie sono state prese entro la data del 30 giugn e inviate alla soppressione; ma potrebbero esserci altre catture nei prossimi mesi. «Il proliferare incontrollato delle nutrie continua ad essere un problema di primaria importanza e comporta, a causa dell'azione e delle abitudini di tale animale, problemi di sicurezza sulla stabilità degli argini e danni alle culture - afferma la giunta di Prata nelle premesse della convenzione -.
La convenzione stabilisce che il Comune mette a disposizione dei cacciatori le gabbie/trappole per la cattura, le esche, un arma ad aria compressa e le munizioni per la soppressione degli animali catturati con le gabbie, i sacchi in plastica necessari per il trasporto degli capi abbattuti e il centro di stoccaggio temporaneo nel magazzino Ex Enelin via Opitergina 91, provvisto di congelatore con cui effettuare l'immagazzinamento degli animali morti. La Polizia locale raccoglierà le segnalazioni relative alla presenza delle nutrie e manterrà i contatti operativi con i volontari autorizzati per coordinare gli interventi di cattura. Inoltre i vigili urbano si occuperanno dello smaltimento delle carcasse, tramite una ditta specializzata, oltre a raccogliere i dati riferiti alle località ed al numero di catture effettuate, che poi verranno trasmessi all'Ispettorato Forestale di Pordenone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino