Caccia vicino alle aree protette, sparisce il limite dei 250 metri

Caccia vicino alle aree protette, sparisce il limite dei 250 metri
VENEZIA - In Veneto ci voleva un "ordinamentale", cioè una nuova legge pensata appositamente per mettere in ordine norme precedenti, per agevolare il mondo della...

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VENEZIA - In Veneto ci voleva un "ordinamentale", cioè una nuova legge pensata appositamente per mettere in ordine norme precedenti, per agevolare il mondo della caccia. Ecco allora limiti meno stringenti per cacciare le specie selvatiche, ma anche nessuna accentuazione di controlli nei confronti di chi spara vicino alle abitazioni. E poco importa se l'assessore alla Caccia, il leghista Cristiano Corazzari, su quest'ultimo tema si fosse impegnato, dando il via libera a un ordine del giorno della consigliera di opposizione Elena Ostanel: la sua stessa maggioranza non l'ha ascoltato e ha bocciato il documento.


LE NOVITÀ
Le novità per le doppiette venete riguardano sostanzialmente le distanze. Finora i cacciatori con gli appostamenti, i cosiddetti capanni da caccia, dovevano stare a 250 metri di distanza dai confini delle aree protette, adesso, invece, potranno cacciare a confine. «E tutti sanno - è stata l'obiezione di Andrea Zanoni (Pd) - che un fucile colpisce anche oltre i 100 metri uccidendo potenzialmente anche dentro l'area protetta. È gravissimo che sia stata cancellata una norma esistente da 30 anni utile a tutelare la fauna selvatica e a rispettare le aree protette, impedendo ai soliti furbi di violare la legge». Non solo: se nei frutteti e nei vigneti era vietata ogni forma di caccia per evitare danni agli impianti di irrigazione, ora sarà possibile cacciare da appostamento anche dove ci sono le tubazioni degli impianti. Approvato invece l'emendamento di Zanoni che vieta l'uso di botti e petardi nelle operazioni di cattura delle lepri nelle zone protette di ripopolamento.


FUOCO AMICO


Non è passata invece la richiesta di Elena Ostanel (VcV) di "incrementare l'attività di vigilanza venatoria indirizzata a prevenire efficacemente i rischi per l'incolumità delle persone, oltre che degli animali non cacciabili come quelli domestici": il suo ordine del giorno ha visto il voto favorevole del presidente della Terza commissione Marco Andreoli (Lega) e dell'intera opposizione, il forzista Alberto Bozza e il leghista Roberto Ciambetti si sono astenuti, il resto del centrodestra ha votato contro. Così il testo non è passato. Imbarazzato l'assessore Corazzari che ha confermato che l'ordine del giorno andava approvato: «Per una problematica di comunicazione interna nostra, il parere è stato negativo. Però confermo che l'impegno di incrementare l'attività di vigilanza rimane». «La lobby dei cacciatori dentro al consiglio regionale ha sconfessato l'assessore competente in aula - ha commentato Ostanel -, una figuraccia epocale per la giunta veneta e un'altra crepa nel Moloch leghista». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino