Fauna selvatica, a pagare i danni non solo cacciatori ma tutti i cittadini

Fauna selvatica, a pagare i danni non solo cacciatori ma tutti i cittadini
Saranno tutti i contribuenti, e dunque non più solo i cacciatori, a pagare i danni causati dalla fauna selvatica in Veneto. Lo stabilisce un emendamento infilato tra le...

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Saranno tutti i contribuenti, e dunque non più solo i cacciatori, a pagare i danni causati dalla fauna selvatica in Veneto. Lo stabilisce un emendamento infilato tra le pieghe della legge, approvata ieri dal consiglio regionale, che recepisce alcuni obblighi europei anche in materia ambientale. Esulta il popolo delle doppiette, che a Palazzo Ferro Fini ha trovato sponda nel promotore Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) e nell’altro sostenitore Stefano Valdegamberi (Misto).


La modifica interviene sulla legge 50, che dal 1993 disciplina la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio. La novità è che il fondo per il risarcimento dei danneggiamenti causati da animali come cinghiali, orsi e lupi non sarà più alimentato dalle tasse di concessione versate dai cacciatori, ma con stanziamenti generali di bilancio, dunque di fatto dai veneti nel loro insieme. «Abbiamo finalmente corretto un’anomalia – si rallegra Berlato, presidente della commissione Caccia – e cancellato una palese ingiustizia. Se la collettività vorrà privilegiare la protezione di alcune specie dannose, rispetto all’esigenza della tutela delle colture agricole e della salvaguardia del territorio, dovrà accollarsi anche l’onere di pagare i danni dalle stesse provocate. Siamo sicuri che questa diversa situazione renderà più sensibili sia le istituzioni che l’opinione pubblica sulla necessità di contenere l’espansione di alcune specie di fauna selvatica dannose, con azioni preventive miranti a garantire un adeguato equilibrio tra presenza di fauna selvatica e le esigenze delle attività produttive e del territorio». 

Concorda Valdegamberi, che in questi giorni ha condiviso su Facebook le immagini di una mucca scarnificata nel Veronese: «Il conto dei danni provocati sarà presentato ai cittadini che dovranno farsene carico, senza scaricare sui cacciatori questo onere che compete invece all’intera collettività». Gli appassionati della doppietta ringraziano, con commenti sui social network di questo tenore: «Un po’ di giustizia, vediamo gli ambientalisti a cosa si aggrappano ora», «Gran bel lavoro», «Facciamoli pagare solo agli animalari, il cacciatore già contribuisce di persona».

Contrarietà invece dall’opposizione, in particolare dall’ambientalista Andrea Zanoni (Partito Democratico): «Questa misura è sbagliata, andrà a finire che la Regione utilizzerà i soldi incassati per acquistare nuove lepri con cui provvedere al ripopolamento, quando invece sono proprio questi esemplari a causare i danni più numerosi. Perché invece Berlato non si preoccupa di arginare il fenomeno dei gamberi della Louisiana che infestano il Piave?». Ilarità in aula, in riferimento al fatto che i gamberi non si cacciano, ma si pescano. Ma tant’è. 


Schermaglie, sempre in tema ambientale, anche a proposito della siccità. «Servono interventi strutturali – ha affermato Graziano Azzalin (Pd) – come barriere antisale alla foce del Po e dell’Adige e piani di riconversione irrigua. Apprendiamo che ci sarebbe la volontà della giunta di realizzare invasi per uso plurimo. È bene però sapere che su questo versante siamo all’anno zero». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino