Ca' Foscari lancia le lezioni anche di sabato, studenti in rivolta raccolgono firme

Le lauree di Ca' Foscari in piazza San Marco. L'ateneo lancia da settembre le lezioni anche al sabato
VENEZIA - Lezioni al sabato per gli studenti di Ca’ Foscari? Dal prossimo mese, quando dal 12 settembre i corsi ripartiranno regolarmente, diventeranno realtà. Una...

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VENEZIA - Lezioni al sabato per gli studenti di Ca’ Foscari? Dal prossimo mese, quando dal 12 settembre i corsi ripartiranno regolarmente, diventeranno realtà. Una decisione confermata dalla rettrice Tiziana Lippiello, che ha portato malumore fra i giovani universitari, pronti a dare “battaglia” anche attraverso una raccolta firme finora arrivata quasi a quota duemila. Petizione alla quale hanno deciso di aderire pure alcuni docenti dell’ateneo lagunare. «La modalità prevista per le lezioni sarà quella dell’aula virtuale (ciascuno collegato dal proprio pc, insegnante compreso) – spiega Elisa Sartorelli, rappresentante degli studenti in Senato accademico – e coinvolgerà intanto i quattro dipartimenti di area umanistica e linguistica, su otto complessivi. Sembra comunque che la cosa verrà estesa». Con riferimento ai due dipartimenti economici. «Sì, di lezioni al sabato ne sono state fatte anche in questi anni, ma si è sempre trattato di un numero irrisorio e in casi abbastanza eccezionali. Ora sarà diverso».

Alla base della scelta, il fatto che nelle sedi di Venezia – specie per i dipartimenti citati – le aule e gli spazi siano insufficienti, tanto da essere arrivati ad estendere il calendario settimanale anche ad una giornata “extra”, definita dagli studenti «problematica». E all’appello si è unito anche il collettivo Lisc. Molti ragazzi infatti nei weekend lavorano oppure altri, fuori sede, tornano a casa dalla propria famiglia. Ma c’è anche chi approfitta del sabato per studiare in vista degli esami. «Avere lezione tutti i giorni è impegnativo», continua Elisa, facendosi portavoce di uno scontento che fatica a placarsi. Anche perché stando alle parole dei ragazzi, sembra che la decisione recentemente presa sia soltanto l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Se da un lato – attraverso una nota da loro inviata a Lippiello – viene marcata «la grave mancanza di dialogo che connota questo rettorato», dall’altro viene messa in discussione la scelta di investire milioni su nuovi edifici (un caso su tutti, quello di Palazzo Rio Novo, già sede della Fondazione di Venezia) senza prevedere che lì vengano realizzate nuove aule. «La cosa è stata portata avanti dalla dirigenza unilateralmente – marcano gli studenti – senza consultare l’organo, ossia il Senato accademico, che da regolamento può assumere decisioni di tale portata, valutando anche la percorribilità di altre soluzioni. Una richiesta di sessione straordinaria da parte del Senato per discutere della questione, è stata respinta. Questa crisi estiva è solo l’ultima conseguenza di un problema strutturale della nostra università: la grave mancanza di spazi adeguati per la didattica». 

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Il Gazzettino