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VOLPAGO - Un gioiello immerso nell'ambiente circostante, con il quale si lega in modo splendido. Un'architettura sobria, risalente più o meno a 600 anni fa, impreziosita da affreschi alle pareti, venuti alla luce proprio in occasione del restauro. Tale è Ca' Bressa, a molti più nota come Convento dei Nonantolani (ma il nome potrebbe scomparire dalla cartellonistica o anche essere oggetto di un'analisi storica), inaugurata ieri, sabato 5 giugno,dopo un restauro che ha letteralmente fatto risorgere un rudere cadente. Diventerà al piano terra e al primo sede della biblioteca comunale, al secondo un sottotetto molto suggestivo impreziosito da due caminetti d'epoca, sede di una sala espositiva e, in particolare, di una galleria degli uomini illustri di Volpago. Un progetto che vedrà la collaborazione fra Marino Parolin e gli amici della Storica Lancia, e l'amministrazione comunale.
L'INTERVENTO
«Provo un'enorme soddisfazione -dice il sindaco Paolo Guizzo- per essere riusciti a recuperare uno stabile ormai compromesso. Quando siamo arrivati, il tetto era sprofondato e i caminetti del secondo piano penzolavano nel vuoto, come ben mostrano le foto della mostra allestita al piano terra. Nel 2016 siamo partiti: ecco il risultato». La prima parte dell'intervento di recupero è stata condotta dall'architetto Alessandro Cervi e dall'impresa Comarella, che è arrivata, praticamente, fino al grezzo.
LUOGO DELL'ANIMA
A proposito della biblioteca, l'assessore alla cultura Giuliana Livotto è un vulcano di idee. «Ora -spiega- abbiamo dato un incarico di consulenza a uno studio esperto proprio nell'organizzazione delle biblioteche e nel relativo arredo. In vari punti, del resto, i libri non possono essere accostati al muro perché si coprirebbero gli affreschi. Al piano terra troveranno posto bambini e ragazzi, compresa la ludoteca, mentre al primo piano ci sarà lo spazio destinato agli adulti. Contiamo che il trasferimento possa avvenire per fine anno». L'intero edificio, al quale si accede da est, si presta però anche a molteplici altri utilizzi: oltre che come sala espositiva, è adatto anche per conferenze. Intanto, però, l'amministrazione guarda già oltre: a nord dell'edificio, in quelle che erano le stalle, sarà realizzato un auditorium, ma c'è già chi, come Marino Parolin, suggerisce anche un anfiteatro all'aperto. A sud, inoltre, il Comune ha già acquisito 5mila metri quadrati di terreno da destinare a parco. Al di là della strada, vicino all'oratorio di San Carlo, c'è già uno spiazzo di proprietà comunale. Progetti ambiziosi, insomma, volti a inserire Ca' Bressa in un preciso contesto culturale e ambientale. Un luogo dell'anima nel quale ritrovarsi e ritrovare vecchie sensazioni. Naturalmente, molto resta da fare, come ad esempio restaurare gli affreschi. Ma, già ora, è possibile assaporare la cura con cui il lavoro è stato gestito. Senza alcun tipo di impianto che deturpi le pareti e con tanti particolari che lo impreziosiscono. Dalla splendida scala che porta nei vari piani alle bifore che, al primo piano, immergono idealmente nella natura circostante. Come è giusto che sia per un edificio alle pendici del Montello. Un bene immortalato anche nella mostra di Domenico Pezzato Il Montello, paesaggio culturale, allestita per l'occasione.
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Il Gazzettino