Polemica: «Busitalia discrimina cercando nuovi autisti solo nelle vicinanze»

Una protesta degli autisti di Busitalia
PADOVA - Gli autisti di Buisitalia? Meglio se vivono in Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romana e Lombardia. Com’era accaduto qualche anno fa con...

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PADOVA - Gli autisti di Buisitalia? Meglio se vivono in Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romana e Lombardia. Com’era accaduto qualche anno fa con il bando per l’assegnazione delle case popolari voluto dall’amministrazione Bitonci, anche l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Padova e provincia (partecipata al 21% dal Comune), introduce in qualche maniera il principio di residenzialità, ovvero una sorta di corsia preferenziale nei confronti di chi abita in determinate aree del Paese. Nell’ultimo bando per il reclutamento di nuovi autisti (scaduto lo scorso 22 novembre) si legge, infatti: “Sarà considerato requisito preferenziale la residenza in Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia”. Di fatto, a parità di punteggio, la scelta ricade sul candidato che vive in una delle regioni citate.


LA POLEMICA
Una circostanza che non convince affatto Vittorio Rosa di Sls. «Si tratta di un criterio non accettabile e anche un po’ razzista – ha tuonato il sindacalista di base – Le persone non possono essere giudicate per la loro provenienza. I criteri per valutare la professionalità di un autista sono altri». Più prudente, invece, Stefano Pieretti di Adl Cobas. «La mia impressione è che non si tratti di un provvedimento in qualche modo riconducibile a una scelta razzista – ha scandito – Con ogni probabilità, si vuole evitare ciò che è successo nei giorni scorsi quando tredici autisti di origine siciliana hanno vinto un concorso a Palermo e se ne sono tornati a casa».
LA SITUAZIONE

Una defezione che andrà a contribuire ai disagi con cui, ormai da settimane, devono fare i conti gli utenti di bus e tram. Attualmente, infatti, circa 60 conducenti non possono essere in servizio perché contagianti dal Covid 19 o perché entrati in contatto con un positivo. «Come se non bastasse – ha commentato l’altro giorno Davide Parpajola di Adl Cobas – una decina di autisti over 50 non vaccinati che fino ad oggi hanno continuato a lavorare grazie al Green pass ottenuto con i tamponi rapidi, mi hanno comunicato che non hanno alcuna intenzione di vaccinarsi e che intendono quindi chiedere un congedo. Sta di fatto che, a breve, la società non potrà più contare su dieci conducenti». «Dirò di più – ha rincarato la dose il sindacalista di base – mi risulta che alcuni autisti assunti di recente abbiano partecipato al concorso bandito da Actv e che altri faranno la stessa cosa con la prova in programma ad inizio di febbraio. In tutto si tratta di 20 persone. Di fatto venti autisti che, potenzialmente, potrebbero lasciare Busitalia per approdare ad un’altra società di trasporto dove il trattamento economico è decisamente più alettante».

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Il Gazzettino