Padova. Busitalia, tensione alle stelle. In arrivo altre dimissioni e c'è il nodo dell'attestato di servizio

Entro fine anno sono in vista altre dimissioni, anche di conduttori del tram e di verificatori, senza contare i pensionamenti

Busitalia
PADOVA - Non si placa la tensione in Busitalia dovuta ai molteplici problemi che affliggono l'azienda di trasporto pubblico. Un altro tema si aggiunge a quelli fin qui...

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PADOVA - Non si placa la tensione in Busitalia dovuta ai molteplici problemi che affliggono l'azienda di trasporto pubblico. Un altro tema si aggiunge a quelli fin qui più volte ribaditi dai sindacati. Chiede l'intervento dell'Ente di Governo nei confronti di Busitalia il sindacato Adl Cobas in merito all'attestato di servizio che l'azienda non consegna ai dipendenti che si dimettono. Si tratta di un documento che dimostra lo svolgimento di un'attività professionale presso un datore di lavoro. É utile per provare la validità delle competenze acquisite durante uno specifico rapporto di lavoro, per una candidatura o per richiedere un prestito o un mutuo. «Quando un dipendente lascia il posto di lavoro e chiede l'attestato di servizio, Busitalia non lo fornisce. É accaduto in questi giorni, ma la questione va avanti da tempo. Ancora non hanno ricevuto il certificato i dipendenti che hanno lasciato l'azienda mesi fa - ha spiegato Stefano Pieretti - si tratta di un documento essenziale perché, ad esempio, se un autista ha già alle spalle alcuni anni di lavoro e si trasferisce ad Actv, o ad altra azienda di trasporto pubblico, questa riconosce il parametro, ma senza stato di servizio è impossibilitata a farlo. Ciò causa un grave danno al lavoratore. Se manca poco ad uno scatto che incide sullo stipendio, al lavoratore non viene riconosciuto».

Niente stato di servizio per evitare altre dimissioni

Si tratta di una situazione, come ha sottolineato il sindacalista, più volte fatta presente all'azienda che però non intende fornire il documento. Per questo Adl Cobas ha deciso di appellarsi all'Ente di Governo. «Gli autisti continuano a dimettersi, a fine mese saranno poco meno di una trentina, come ribadito ormai troppe volte i dipendenti lasciano perché gli stipendi sono troppo bassi, i turni sono massacranti, le condizioni di lavoro sono diventate ormai invivibili - ha continuato Pieretti - Busitalia sta cercando in diversi modi di bloccare le dimissioni e non concedere lo stato di servizio appare come un altro modo per tentare di trattenere i dipendenti anche se questo non blocca l'emorragia». Entro fine anno sono in vista altre dimissioni, anche di conduttori del tram e di verificatori, senza contare i pensionamenti. Problemi anche per gli affidamenti esterni fatti da Busitalia, l'ultimo all'azienda Tribuzio proveniente dal Lazio con 15 autisti ma, alcuni dei quali, hanno già preso la via del ritorno lasciando scoperti alcuni turni che devono essere coperti col personale interno. La conseguenza è che le corse saltano fra le vivaci proteste degli utenti costretti ad attendere tempi più lunghi alle fermate o il bus successivo.

Lo sciopero

Venerdì intanto i dipendenti del sindacato Sgb e di altre organizzazioni di base si sono astenuti dal lavoro aderendo allo sciopero nazionale indetto dai sindacati di base. A Padova, dove si è registrata una discreta adesione, le organizzazioni sindacali hanno puntato a ribadire le loro istanze nei confronti di Busitalia: adeguamento degli stipendi, orari ed organizzazione del lavoro troppo caotica, turni spalmati su troppe ore ma, soprattutto, la sicurezza. Nell'ultimo periodo infatti sono stati diversi i problemi che hanno coinvolto sia i dipendenti, oggetto delle proteste degli utenti, ed i mezzi dell'azienda a seguito di avarie di vario tipo. A bordo degli autobus sono stati registrati incendi e rotture di diverse parti meccaniche. Guasti che, come più volte denunciato dai sindacati, potrebbero essere dovuti anche a carenza di manutenzione. 

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Il Gazzettino