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VENEZIA - Il tram per Venezia dovrà stare fermo almeno una settimana. Comune e Avm/Actv lavorano affinché la linea possa ripartire per il ponte del primo maggio, mentre quello del 25 aprile è andato. D’altronde l’incendio del pullman ha provocato due ordini di problemi sulla T1: il cratere sull’asfalto, con un cedimento della piattaforma dove scorre la rotaia di almeno 7 centimetri; e la carbonizzazione della linea elettrica che “dialoga” con i sottoservizi e alimenta il sistema.
TECNICI AL LAVORO
Il lavoro di tecnici e operai, che si è protratto per tutta l’altra notte, ha permesso di ripristinare la carreggiata del ponte della Libertà in direzione Venezia, teatro del rogo, riasfaltando il tratto di una trentina di metri e sostituendo i cavi, mentre il palo di sostegno attaccato dalle fiamme si è annerito. Ma saranno necessari nuovi controlli e sopralluoghi, per capire il danno reale che l’infrastruttura ha subito, soprattutto nel frangente dell’esplosione e a causa delle temperature elevatissime tra le fiamme. Mai è successo un incidente di questo genere per il tram. In passato, sul ponte translagunare c’erano stati vari problemi con i giunti che sorreggono i tiranti, alcuni dei quali avevano ceduto anche perché la zona è particolarmente esposta al vento. Poi, si ricorderà, c’era stato il crollo del traliccio con i cartelli stradali di Veneto Strade che si era “portato” appresso la Lac. Finora, nella casistica, non c’era il fuoco. «Stiamo verificando le conseguenze – spiegano da Avm/Actv – Dopo i disagi, inevitabili, dell’altro giorno, la priorità era riaprire la viabilità e ripristinare i collegamenti con il centro storico anche per gli arrivi del 25 aprile. Per questo faremo le ispezioni che servono nottetempo. Dobbiamo anche capire bene se ci siano state ripercussioni sui sottoservizi. Ci prendiamo qualche giorno per capire la situazione. Da mercoledì prossimo faremo i lavori che mancano».
L’obiettivo, ovviamente, è riattivare l’esercizio il più rapidamente possibile, meglio ancora se prima del primo maggio.
I DISAGI
Scattata la macchina dei soccorsi, in via precauzionale i tecnici hanno staccato la corrente dell’intera infrastruttura perché il fuoco ormai lambiva i cavi di alimentazione e c’era il rischio di corto circuito che avrebbe ulteriormente favorito il divampare delle fiamme. Inevitabile l’arresto di tutti i convogli in strada, distanti tra loro una decina di minuti, con i passeggeri costretti a scendere a terra e aspettare, nell’impossibilità del trasbordo sui bus sostitutivi, visto che il traffico in tutta la città era ormai andato in tilt. Col buio i convogli vuoti sono stati fatti rientrare. Ora si tratta di capire se i danni siano tutto sommato contenuti o sia necessario procedere con qualche intervento straordinario. Già avviate, peraltro, le pratiche assicurative per la copertura delle relative spese che al momento non sono ancora quantificate.
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