L'imprenditore stritolato dalla burocrazia: «Cinquanta documenti per un cantiere, perdo 4 giorni al mese»

Imprenditore stritolato dalla burocrazia - Foto di Heiko Olschewski da Pixabay
Ci sono i pagamenti dell’Iva che sono mensili, solo le imprese più piccole hanno le scadenze trimestrali. Ci sono le scadenze previdenziali: trimestrali per...

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Ci sono i pagamenti dell’Iva che sono mensili, solo le imprese più piccole hanno le scadenze trimestrali. Ci sono le scadenze previdenziali: trimestrali per l’artigiano titolare e mensili per gli eventuali dipendenti. E poi le fatture elettroniche che hanno scadenze a dieci giorni. E ancora la compilazione degli studi di settore. E poi ancora le scadenze bancarie. Senza contare tutta la burocrazia legata ai fornitori e ai clienti. A questo vanno aggiunte le scadenze delle tasse comunali. Un’autentica babele in cui è difficile districarsi. «Nel mio settore, ma so che non è molto diverso per altri comparti - spiega l’artigiano edile sanvitese Alessandro Zadro - basti dire che ci vogliono cinquanta documenti per poter avviare un piccolo cantiere. Abbiamo dovuto assumere un’impiegata part-time: quasi metà del suo tempo di lavoro va per le pratiche burocratiche».


GIORNI PERSI


Avendo l’impresa edile di Alessandro Zadro sette addetti impossibile immaginare che il titolare possa seguire direttamente le cose. «Se dovessi occuparmi di persona di tutte le faccende burocratiche mi ci vorrebbero dai tre ai quattro giorni al mese. Come si potrebbe fare? Troppo tempo rubato al lavoro e alla produttività dell’impresa». E così, ma come lui la stragrande maggioranza degli artigiani e delle micro-imprese anche con un solo dipendente, devono affidarsi quantomeno al commercialista. «Senza il quale - sostiene sconsolato il piccolo imprenditore delle costruzioni che è anche responsabile della categoria degli edili della Confartigianato Fvg - credo che in Italia nessuno che vuole concentrarsi sul proprio lavoro possa concedersi il lusso di non avere». Impiegate amministrative e commercialisti costituiscono importanti costi per un’azienda. Ma diversamente sarebbe complicatissimo districarsi tra gli uffici di Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Agenzia del territorio e Comuni.

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«E nonostante io abbia affidato le mansioni burocratiche a una dipendente amministrativa, che a sua volta tiene i rapporti con gli enti e con il commercialista, non me la sono schivata del tutto». Perché ci sono delle incombenza burocratiche che il titolare d’impresa, per una serie di conoscenze e competenze che solo lui possiede, deve svolgere in prima persona. «La burocrazia legata più direttamente ai cantieri è difficilmente delegabile a meno che non si sia formato un dipendente ad hoc. Si pensi che per avviare un cantiere, anche di piccole dimensione, servono una cosa come cinquanta documenti. Dal Durc (il documento di regolarità contributiva che avrebbe dovuto semplificare, ndr) alla miriade di autorizzazioni necessarie dai vari enti. Inoltre è previsto il documento di valutazioni dei rischi: per ogni fase di lavorazione devono essere calcolati i rischi. I tanti documenti legati a ciascun addetto di cantiere».


IN UFFICIO


«Quando devo redigere - continua il piccolo imprenditore - il prescritto piano di sicurezza di cantiere non mi è sufficiente mezza giornata vista la difficoltà. Tempo che io sto in ufficio e non in cantiere. E dire poi che tutti questi documenti devono, per legge, essere sempre presenti in cantiere nel caso di controlli. Ma anziché un malloppo di scartoffie sarebbe sufficiente una chiavetta Usb. Ancora però la burocrazia, nonostante negli ultimi anni l’online stia aiutando, spesso ancora ama troppo il cartaceo e non il digitale».

 

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Il Gazzettino