“Le buone abitudini” partono tra i banchi di scuola, l'iniziativa per promuovere un corretto stile di vita

Partnership tra l'Amministrazione provinciale e il gruppo Aspiag Service
PADOVA - L’obiettivo è supportare scuole e famiglie nel favorire un corretto stile di vita, incentivando in primis una corretta nutrizione. Promotore del progetto di...

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PADOVA - L’obiettivo è supportare scuole e famiglie nel favorire un corretto stile di vita, incentivando in primis una corretta nutrizione. Promotore del progetto di educazione alimentare “Le Buone Abitudini” avviato nel 2006 nelle scuole primarie delle regioni in cui è presente con i suoi punti vendita, è il gruppo Aspiag Service, concessionario dei marchi Despar, Eurospar, Interspar, che ora nell’iniziativa sarà affiancato dalla Provincia, la quale si è impegnata ad ampliarlo nel territorio patavino, coinvolgendo i 102 Comuni che ne fanno parte. Nella partnership sono presenti pure Palazzo Moroni, il Provveditorato, oltre all’Ulss6 Euganea e all’Università che già fanno parte del gruppo di lavoro: la prima in qualità di sviluppatore del progetto attraverso un percorso dedicato ai neogenitori e ai primi 1000 giorni di vita dei bimbi, e la seconda per la valutazione scientifica quinquennale degli impatti che il programma ha sugli stili di vita, nonché per l’elaborazione di interventi da attuare per promuovere la salute, attraverso anche un cambio di mentalità. 


Il punto sulla situazione, alla luce dell’adesione dell’ente di Piazza Antenore, è stato fatto ieri a Palazzo Santo Stefano; hanno presenziato il vicepresidente Vincenzo Gottardo; Cristina Piva, assessore alle Politiche Scolastiche a Palazzo Moroni; Francesco Montalvo, ad di Aspiag; Stefania Tessari, direttore medico dell’UOC Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Aulss 6; Roberto Natale, provveditore agli studi, e Anna Sciortino, dell’agenzia Glamour.


IL PIANO 
In 17 anni il programma promosso da Despar ha fatto registrare numeri record: 150mila alunni formati, 6mila 500 classi coinvolte, appartenenti a 1.000 istituti presenti in 700 Comuni, di cui 84 della provincia patavina.
Il progetto consiste in un ciclo che dura 5 anni, strutturato in un percorso di educazione alimentare dalla prima classe, alla quinta. Uno strumento didattico validato da una squadra composta da medico, psicologa, nutrizionista, cuoco, biologo e pedagogista, che offre agli insegnati la possibilità di accedere a numerosi contenuti realizzati seguendo le indicazioni nazionali del MIUR, grazie ai quali i bambini possono mettere in pratica quello che imparano attraverso semplici azioni quotidiane, per vivere una vita più sana.
L’iniziativa, inoltre, è riuscita ad arginare gli effetti del Covid e della ridotta presenza in classe attraverso la creazione di una piattaforma digitale (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/), che mette a disposizione materiali come video lezioni, schede didattiche e attività da fare sia in classe, che in famiglia.


LE RIFLESSIONI
«La Provincia - ha osservato Gottardo - è pronta a incentivare comportamenti alimentari corretti sin dall’infanzia e questa nuova partnership evidenzia l’importanza della collaborazione tra istituzioni e impresa. Adesso verranno coinvolti i 102 Comuni padovani per diffondere ulteriormente, e in modo capillare, questo programma: tutti insieme lavoreremo per favorire abitudini corrette a tavola, per salvaguardare la salute dei cittadini di domani».
E l’ad Montalvo ha aggiunto: «Vogliamo implementare il progetto de “Le Buone Abitudini” con le istituzioni pubbliche che insieme alla nostra azienda intendano promuovere stili di vita e un’alimentazione sana, rafforzando il dialogo tra scuola, famiglie, società e istituzioni».


«C’è un protocollo - ha ricordato Stefania Tessari - tra Aulss 6 e Aspiag deliberato dal dg Fortuna per favorire le attività della rete delle scuole che promuovono la salute. “Le Buone Abitudini” contribuisce a prevenire le malattie croniche correlate all’alimentazione, mette il bambino e la famiglia al centro dell’attenzione, per il benessere dei cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino