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TREVISO - Si è sentito preso in giro dai compagni. Sono volate parole che hanno lasciato il segno. Tanto che il ragazzo di 12 anni ha prima chiesto al professore di poter andare al bagno e poi, una volta fuori dall’aula, è scappato da scuola. È quanto accaduto la settimana scorsa in una scuola media di Treviso. L’allarme è scattato pochi minuti dopo. Non vedendolo rientrare, l’insegnante ha detto di chiamarlo. Ma a quel punto l’alunno era già all’esterno dell’edificio. Stando a quando ricostruito fino ad ora, era uscito da una finestra. Fortunatamente la fuga è terminata senza conseguenze: il 12enne è stato rintracciato nel pomeriggio.
I PROVVEDIMENTI
Fatto sta che i genitori sono sul piede di guerra e minacciano denunce. E la scuola ha avviato un’indagine interna per fare chiarezza. Ora non si esclude un provvedimento disciplinare a carico del docente per omessa vigilanza. I compagni che hanno preso di mira il ragazzo hanno rischiato la sospensione. Nella scuola, però, è stato attivato il percorso della giustizia riparativa, senza quindi arrivare alle convocazione della commissione disciplinare. E attraverso questo, con la mediazione tra pari, sono state previste “sanzioni alternative”.
LE REAZIONI
La voce si è diffusa velocemente tra i genitori. «Vorremmo capire cosa è successo e quale misura è stata scelta per i ragazzi coinvolti» spiegano. Dal canto suo, la scuola mantiene il più stretto riserbo su una vicenda. La preside non entra nei dettagli del caso. «No comment - scandisce - la scuola sta facendo il proprio lavoro. E cerchiamo di farlo nel modo più corretto possibile». La mediazione è stata pensata per superare conflitti, litigi e atteggiamenti aggressivi senza strascichi, così da ridurre anche il numero di sanzioni come note e sospensioni. L’anno scorso è stato formato un gruppo di alunni come “mediatori tra pari”. Si resta su questo. «Rispetto alle conflittualità, che possono essere di vario tipo, come istituto lavoriamo sempre utilizzando la mediazione - spiega la dirigente scolastica - l’obiettivo principale è fare prevenzione. Dove ci possono essere situazioni non chiare, poi, le cose sono sempre in mano al consiglio di classe, chiamato a fare tutte le valutazioni del caso. Se si dovesse parlare di fatti gravi, potrebbero esserci delle denunce. Ma non è questo il caso». La vicenda porta anche a nuovi interrogativi rispetto alla vigilanza all’interno delle scuole. Fino a dove si può arrivare con le attuali risorse? Secondo i sindacati c’è un enorme problema di fondo: i numeri dei collaboratori scolastici, tra quelli di ruolo e i supplenti annuali o temporanei, non sono sufficienti per poter realmente garantire una presenza per piano e il controllo delle uscite in ogni plesso, in particolare negli istituti comprensivi. «Sulla vigilanza siamo comunque abbastanza tranquilli - conclude la preside - è stata diffusa una circolare dettagliata, con annesse indicazioni operative, ci sono turni, rotazioni e coperture. Si cerca di fare il meglio».
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