Parco chiuso per danni del maltempo, ma nessuno rispetta il divieto. A passeggio un centinaio di persone

Alberi e rami pericolanti dopo il maltempo nell'area di Villa Varda

Parco chiuso per danni del maltempo, ma nessuno rispetta il divieto. A passeggio un centinaio di persone
BRUGNERA (PORDENONE) - La denuncia arriva da una persona che il parco di Villa Varda lo frequenta da manutentore volontario e da componente della Protezione civile....

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BRUGNERA (PORDENONE) - La denuncia arriva da una persona che il parco di Villa Varda lo frequenta da manutentore volontario e da componente della Protezione civile. L’uomo ha raccontato di essere entrato nell’area verde di San Cassiano di Brugnera e di aver incontrato almeno un centinaio di cittadini intenti a passeggiare tranquillamente immersi nella natura. Cosa c’è, di strano in questo racconto del genere affidato ai social a cavallo tra il mese di luglio e agosto? Semplice: il parco di Villa Varda è interdetto al pubblico dopo l’ondata di maltempo che ha provocato vastissimi danni proprio nella zona di Brugnera, con numerose cadute di alberi anche all’interno del bosco protetto. Per questa ragione, all’indomani dell’evento atmosferico estremo, si era optato per una chiusura precauzionale. Essendo le autorità preposte impegnate nel portare soccorso alle famiglie e alle imprese colpite così duramente dagli effetti della grandine e del vento, si era pensato di procrastinare i sopralluoghi a Villa Varda in un momento di minor emergenza. Una decisione determinata dalla prudenza e dalla presenza di ben altre priorità.


IL RISCHIO
«Non capisco davvero cosa non abbiamo capito queste persone del fatto che non si può accedere al bosco - ha riferito il volontario in un accorato appello -: la decisione è stata presa in via precauzionale perché ci sono tante piante con rami pericolanti che se cadessero addosso a qualcuno potrebbero anche provocare una tragedia». Quanto accaduto a Verzegnis, lo scorso fine settimana, con un volontario proprio della Protezione civile, ucciso dalla caduta di una ceppaia mentre stava bonificando un sentiero, non deve essere stato un monito sufficientemente valido per questi incauti fruitori del parco. «Tra le giustificazioni che mi hanno dato - ha concluso il volontario - c’era che non sapevano dove andare a camminare, che siamo in estate, fa caldo e via così. C’erano anziani e persino famiglie con bambini che chissà in che modo e da quale varco sono entrati». 


I CARTELLI


I cartelli di divieto di accesso sono tuttavia molto chiari. Da quanto si è appreso, si cercherà di fare rispettare il divieto, anche se appare paradossale dover assegnare del personale di sorveglianza per questo tipo di servizio, quando ci sono svariate altre priorità in tutto il comune alle prese con un’emergenza senza precedenti e con danni plurimilionari. Qualcuno, commentando le esternazioni del volontario, ha anche suggerito a queste persone che non hanno altro da fare che passeggiare in un luogo vietato, di mettersi a disposizione dei compaesani colpiti dal maltempo dando loro una mano magari nello sgomberare le abitazioni in cui è piovuto dentro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino