PORDENONE - Riappaiono i senzatetto che dormono nel Bronx. O, per meglio dire, il fenomeno delle persone che trascorrono la notte all'addiaccio, in rifugi di fortuna, non...
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Il numero massimo di persone che possiamo ospitare è di 18 - spiega il presidente del comitato pordenonese della Cri Giovanni Antonaglia -, e due posti sono appena stati lasciati liberi da altrettante persone, una che è stata rimpatriata e una che si è allontanata. Credo che coloro che hanno bisogno di un posto letto siano a conoscenza dell'esistenza del dormitorio, anche se poi accade - come ieri sera - che qualcuno venga respinto perché in stato di ebbrezza».
Ciò nonostante, spiega Luigina Perosa, un piccolo gruppo di persone che trascorrono la notte all'aperto c'è ancora, e il problema non è mai stato completamente risolto. La gente per strada c'è, anche se i numeri sono più piccoli, le persone si disperdono in diversi punti e il fenomeno è molto meno evidente rispetto ad altri periodi. Le situazioni di chi non ha un tetto sono le più disparate: Ci sono persone fuori progetto, alcune che sono state coinvolte negli episodi di spaccio di droga e nelle risse e adesso aspettano i tempi della giustizia, persone che hanno l'obbligo di firma tutti i giorni e, anche per questo motivo, non riescono a trovare lavoro. E poi ci sono quelli che devono rinnovare il permesso di soggiorno ma non hanno una residenza. Ci sono - conclude - situazioni paradossali che potrebbero essere superate se si prendessero in considerazione le varie situazioni.
DECRETO SICUREZZA
Intanto sulla situazione dei richiedenti asilo in città incombono da un lato, le possibili conseguenze del Decreto sicurezza e, dall'altro, l'imminente chiusura del dormitorio di Porcia, determinato dalla necessità di cominciare i lavori per la nuova scuola. I tempi non sono ancora definiti, come conferma il presidente Antonaglia, e non si è parlato di date precise neanche nel recente incontro avuto in Prefettura e al quale ha preso parte anche il sindaco di Porcia Giuseppe Gaiarin. Tutto dipenderà dai tempi in cui si svilupperà l'iter per l'avvio del progetto, che deve comunque ancora andare a bando. Le ipotesi spaziano dall'inizio dell'estate a settembre o, al massimo, entro la fine dell'anno. A quel punto, sia pure con numeri diversi rispetto a quelli del passato, il problema potrebbe ripresentarsi.
I BIVACCHI
In passato, il fenomeno dei bivacchi al Bronx o nei parchi cittadini era stato determinato soprattutto dai lunghi tempi di attesa per i richiedenti asilo che dovevano essere accolti nell'hub della caserma Monti, in Comina, oltre che dalla costante presenza di nuclei più piccoli di persone che, per svariati motivi, non avevano diritto a entrare nei progetti di accoglienza o ne erano stati espulsi, ma attendevano comunque di essere convocati dalla commissione. Il loro numero era arrivato a oltre settanta quando fu deciso dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, nell'aprile di due anni fa, l'intervento di sgombero dell'accampamento temporaneo nel Bronx. Da allora non si erano registrata casi, fino all'altra sera.
Lara Zani
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Il Gazzettino