Brionvega, dalla sveglia cubo al televisore mignon: epopea della bellezza anni Ottanta

Oggetti in mostra della veneta Brionvega
ASOLO - C'è una generazione che si svegliava con la radio cubo sul comodino. E poi faceva pendant con il divano. Nei primi anni Ottanta, Brionvega era la marca dei...

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ASOLO - C'è una generazione che si svegliava con la radio cubo sul comodino. E poi faceva pendant con il divano. Nei primi anni Ottanta, Brionvega era la marca dei primi elettrodomestici della piccola borghesia. Sembravano oggetti magici. Non si può ridurre Brionvega ad una storia d'azienda: nulla come questa fabbrica racconta un frammento di epopea del boom, anticipando in qualche modo l'exploit del Nordest. Olivettiana certo, con l'idea che alla meccanicità del lavoro i fabbrica dovessero essere associati condizioni di pregio estetico e qualità di vita, oltre che possibilità per il tempo libero. E poi, il sapore del nome. Nessuno aveva mai davvero pensato al veneto Brion. Noi ci figuravamo un eroe dei cartoni animati, un abitante del pianeta Vega anche un po' americano. Per questo, la mostra «Brionvega Asolo, la fabbrica della bellezza» promossa nella Sala della Ragione del Museo civico dall' Associazione Pro Loco e dalla Città di Asolo sull'esperienza industriale e umana di questa azienda, attiva dalla metà degli Anni Sessanta, è un modo di riannodare i fili di molte storie personali.

LA COLLEZIONE

Anzitutto quella di chi operò nella fabbrica di Caselle d'Asolo, come Franco Gigliello, a lungo capo fabbrica, di cui è esposta la collezione di radio e televisori. Accanto agli apparecchi sono esposti documenti, cataloghi, fotografie e piccoli cimeli custoditi dagli ex dipendenti, che in alcuni video - realizzati da Luca Vecellio - racconteranno la loro esperienza. In mostra anche alcune fotografie di Gianni Berengo Gardin, realizzate nel 1971 per una rivista d'architettura. L'esperienza asolana della Brionvega si colloca tra il 1963 e il 1985. L'incontro tra l'imprenditore Giuseppe Brion, originario di San Vito d'Altivole, e il sindaco dell'epoca, Giovanni Fantinel, produce un accordo per l'insediamento dello stabilimento ai piedi della collina. Il Comune di Asolo decide di erogare un contributo economico per realizzare una fabbrica «da 50, 100 o 200 lavoratori» (alla fine saranno centocinquanta).

LE ORIGINI

L'inaugurazione dello stabilimento avviene nel maggio 1967. Il contributo di questo insediamento industriale sul territorio è stato profondo e duraturo. La particolare modalità costruttiva (la struttura si regge su dei funghi in cemento armato), le vetrate aperte verso il paesaggio collinare, un parco giardino circostante di grande pregio, il salario allineato tra uomini e donne, le postazioni di lavoro perfettamente ordinate, gli spazi dedicati ai lavoratori, i camici bianchi per tutti i dipendenti, le pause introdotte durante l'orario di lavoro, gli armadietti e la mensa, il telefono a disposizione dei dipendenti.

LA STORIA

Un anno dopo muore improvvisamente a Rapallo Giuseppe Brion. Ma la vedova Onorina Tomasin e il figlio Ennio portano avanti la produzione con l'apertura di un terzo stabilimento in Lombardia. Nel 1970 a Brionvega viene assegnato il Compasso d'oro quasi a sigillare un capitolo di storia del design industriale italiano. Quelle intuizioni, quel modo di pensare e fare economica, le piccole rivoluzioni domestiche portate dalla nascente tecnologia Brionvega rappresentano molti dei buoni motivi per cui questa mostra è da visitare. Perchè rappresenta una pagina delle nostre vite. Ideata e curata da Daniele Ferrazza, ex sindaco di Asolo, la mostra resta aperta fino al 1 maggio (sabato e i festivi con orario 9,30-12,30 e 15-19. Ingresso gratuito).
 

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Il Gazzettino