Zaia: «Brexit, ora il contagio» ​Serracchiani: «Colpa dell'inerzia Ue»

Luca Zaia e Debora Serracchiani
Gli effetti della Brexit si sono subito sentiti in Italia e a Nordest, dove i politici hanno commentato i risultati del voto inglese e cercato di interpretarne il significato e i...

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Gli effetti della Brexit si sono subito sentiti in Italia e a Nordest, dove i politici hanno commentato i risultati del voto inglese e cercato di interpretarne il significato e i possibili effetti sul resto dei paesi comunitari. «Il contagio referendario sarà il mood in tutti i Paesi, l'Italia compresa». Lo ha detto oggi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando i risultati del referendum inglese sull'uscita dalla Ue. «D'altra parte - si chiede Zaia - fino ad oggi, quando mai si è domandato direttamente agli europei che cosa pensavano di questa "costruzione"? È ora di farlo». Per il presidente dal voto in Gran Bretagna esce una bocciatura «di questo modello europeo di Europa dei grandi burocrati» che l'hanno fondata sulla «negazione della sovranità popolare e quindi della democrazia». «Il referendum inglese - ha concluso Zaia - ha di fatto bocciato 'questa' Europa su tutta la linea, in modo inequivocabile». 


Il presidente del Friuli Serracchiani non auspica un referendum sull'Ue ma di certo si pone in modo critico nei confronti dell'Unione ed auspica un veloce e sostanziale cambiamento, oltre ad analizzare il perché del voto inglese: «La Brexit è il caro prezzo pagato a un'inerzia europea durata troppo a lungo di fronte a fenomeni come le migrazioni e i crescenti problemi sociali». Ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani. Per Serracchiani «non sono più solo segnali, è una fortissima sirena d'allarme che richiama a dare d'urgenza nuovo senso alla Ue perché non sia più un potere lontano dai popoli. Ciò che accade ai mercati dovrebbe moderare anche quelli che esultano per l'uscita UK e si augurano la fine della Ue. Perciò teniamo i nervi saldi e subito al lavoro: il nostro Paese è solido e - ha concluso Serracchiani - non può permettersi di interrompere la crescita appena avviata».
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Il Gazzettino