CASTELFRANCO - Da ieri, anche se l’esito del test del Dna non è ancora ufficiale, c’è il nome di Nadia Menon nell’inchiesta legata al cadavere ripescato...
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Ad indirizzare le indagini in questa direzione è stata la badante che assisteva l’insegnante 59enne di Castelfranco, anche se non è ancora arrivata l’esito del confronto tra l’identikit genetico del cadavere del fiume e quello dell'unica figlia di Nadia Menon, Arianna. La prof castellana, originaria dell'Alto Adige, era rimasta vedova da poco.
Il cadavere, rimasto parecchio tempo in acqua, è irriconoscibile, ma ieri la badante dell professoressa ha riconosciuto il ciondolo che la donna ripescata nel fiume portava ancora al collo. Unico indizio per identificarla, visto che il corpo era completamente nudo.
Il monile era una delle collane preferite di Nadia. La metteva spesso, ha spiegato la badante sentita dagli inquirenti.
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Il Gazzettino