Bracconaggio, le uova delle aquile reali non si schiudono

Non accadeva da anni: le cinque coppie che vivono tra il Cesen e il Col Visentin non si sono riprodotte

Aquila reale
BELLUNO - Non accadeva da anni: le cinque coppie di aquile reali, ormai presenza fissa nell'area pre-alpina tra le province di Treviso e Belluno, distribuite tra il Cesen e il...

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BELLUNO - Non accadeva da anni: le cinque coppie di aquile reali, ormai presenza fissa nell'area pre-alpina tra le province di Treviso e Belluno, distribuite tra il Cesen e il Col Visentin, non si sono riprodotte. Quest'anno è stato registrato un solo aquilotto, uscito dal nido a luglio per i primi voli. Poi più niente. Un pessimo segnale per una specie che, nella nostra zona, è sempre stata considerata in ottima salute. E la colpa pare sia dei bracconieri.

Lo studio

Il dato è stato rilevato da Roberto Guglielmi, ornitologo e responsabile della Lipu di Vittorio Veneto, e Francesco Mezzavilla, naturalista trevigiano che tanti studi ha dedicato al territorio della Marca. Con pazienza i due hanno monitorato le cinque coppie scoprendo che, per motivi anche non del tutto chiari, sola una è riuscita a mettere al mondo un aquilotto e crescerlo fino a quando non è riuscito a spiccare il primo volo uscendo dal nido. «Questa specie, nelle nostre zone,non ha mai avuto grossi problemi - spiega Mezzavilla - ma, quest'anno, qualche cosa è successo. Le aquile non si sono praticamente riprodotte. Non riusciamo a capirne il motivo. Il sospetto, parere personale, è che possano aver avuto un ruolo fondamentale i bracconieri. Alcuni giorni fa ne sono stati arrestati tre accusati di aver ucciso un'aquila».

I bracconieri

L'arresto è avvenuto in trentino al termine di una complessa indagine condotta dai carabinieri forestali trentini e bellunesi. In manette sono finite tre persone, altre due sono state denunciate. L'accusa è di aver commesso atti di bracconaggio, utilizzando armi illegali, ai danni principalmente di ungulati ma di aver anche cacciato illegalmente altre specie protette come galli cedroni e, appunto, un'aquila reale nel bellunese. E questo fa pensare che l'esemplare abbattuto sia proprio uno di quello ormai di casa tra la Marca e il bellunese.

Il timore

E il fatto che le aquile non si siano riprodotte, molto probabilmente, dipende dal fatto che sono state disturbate in un periodo estremamente delicato dell'anno. Mezzavilla e Guglielmi hanno notato che due coppie hanno nidificato come sempre ma senza riprodursi. In un caso la femmina è stata vista covare, quasi sempre da sola in quanto il maschio doveva procacciare cibo per tutti. Ma, alla fine, tanti sforzi non hanno prodotto nulla: l'uovo non si è schiuso. Altre due coppie si sono allontanate invece dal loro areale abituale e non si sa che fine abbiano fatto. Mentre una sola ha realizzato il nido, covato un unico uovo e cresciuto un aquilotto che pare in salute. Un risultato minimo. Aver perso una stagione di riproduzione non avrà conseguenze immediate, ma non è un buon segnale. L'eventuale presenza di bracconieri potrebbe sicuramente aver inciso e l'esemplare abbattuto potrebbe essere uno di quelli di cui non si sa bene dove siano andati a finire. Ma inizia a preoccupare anche la presenza sempre più massiccia di turisti nelle zone dove l'aquila dimora. In Alpago, appena oltre il confine trevigiano, gli escursionisti passano a cento metri dal nido dell'aquila, che si trova su una parete praticamente invisibile dall'alto. Ma il passaggio però qualche traccia la lascia e mina la tranquillità degli uccelli. «L'ipotesi dei bracconieri è concreta - ammette Mezzavilla - potrebbero aver spaventato alcune coppie allontanandole proprio nel momento della riproduzione. E poi, sicuramente, il passaggio degli escursionisti può avere inciso».

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Il Gazzettino