TREVISO - Il braccialetto elettronico sbarca per la prima volta a Treviso. A richiederlo è stato il giudice Francesco Sartorio nel processo per direttissima a carico di un noto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A stabilirlo è il recente decreto 146 svuota-carceri, convertito in legge il 21 febbraio dopo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale. In altre parole se prima il giudice nel disporre i domiciliari lo prescriveva solo se necessario, ora dovrebbe accadere l'esatto contrario. Il braccialetto elettronico altro non è che un dispositivo collocato alla caviglia o al polso capace di inviare impulsi radio a un'unità di sorveglianza locale (Smu), simile a una radiosveglia, installata nell'abitazione della persona sottoposta agli arresti domiciliari che, grazie a una linea telefonica, invia segnalazioni alla centrale operativa di Telecom Italia, che gestisce la manutenzione dell'intero sistema.
ll primo trevigiano a sperimentarlo dovrebbe essere proprio il 46enne finito in manette per violenza privata nei confronti della cognata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
L'uomo, separato dalla moglie con la quale ha un rapporto conflittuale, avrebbe tentato di bloccare la cognata mentre stava uscendo dalla sua abitazione in auto con la figlia e l'avrebbe buttata fuori dalla sede stradale. La vittima ha poi chiamato il 112 e i carabinieri, dopo aver rintracciato l'uomo, lo hanno fermato per un controllo. Lui, secondo l'accusa, sarebbe ripartito con l'auto urtando il capo equipaggio e ferendolo a una mano. Così è scattato l'arresto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino