Botte alla studentessa per filmare l'aggressione e pubblicarla sui social: la bulla ha 14 anni e i complici 15

Ragazzina aggredita dai bulli (foto di archivio)
PADOVA - Botte, calci e pugni alla compagna di scuola, fino a farla finire in pronto soccorso, solo per filmare l'aggressione avvenuta in Prato della Valle e pubblicarla sui...

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PADOVA - Botte, calci e pugni alla compagna di scuola, fino a farla finire in pronto soccorso, solo per filmare l'aggressione avvenuta in Prato della Valle e pubblicarla sui social. È questo l'obiettivo della bulla di 14 anni che, assieme a due complici di 15, sabato pomeriggio ha pestato senza alcun motivo nel cuore di Padova una tredicenne. I genitori della vittima hanno presentato querela ai carabinieri e ora la Procura presso il tribunale dei minorenni di Venezia ha aperto un fascicolo per lesioni in concorso. I militari dell'Arma hanno già identificato i tre giovanissimi e hanno avviato le indagini. E ieri hanno parlato con la preside per organizzare nella scuola media frequentata dalla tredicenne e anche dalla bulla un nuovo incontro sulla legalità, anche per spiegare le conseguenze di questi comportamenti: dopo i 14 anni si è penalmente perseguibili. Insomma, si finisce nei guai. E anche gravi.

NESSUNA SOSPENSIONE
Per il momento la preside dell'istituto non ipotizza sospensioni o provvedimenti disciplinari perché «i fatti sono avvenuti fuori dalla scuola e dall'orario scolastico». Però ci sarà un potenziamento della sorveglianza e delle misure di prevenzione e informazione rivolte a tutti gli alunni.
«Nella nostra scuola sono iscritte sia la ragazzina che ha subito il pestaggio che alcuni dei ragazzi che l'hanno vessata, a partire dalla giovane che avrebbe capeggiato il gruppo e dato il via alle violenze. Altri dei coinvolti invece frequentano altri istituti spiega la dirigente reggente . Per il momento non sono stati adottati provvedimenti disciplinari perché l'episodio si è consumato a Padova, lontano dalla scuola. Se fosse accaduto qui però non ci sono dubbi: avrei agito con la massima durezza. Casi del genere non possono in alcun modo essere tollerati. Trovo pazzesco anche il fatto che, come si dice, circoli in rete un video che riprende quei momenti».
Una situazione resa ancor più paradossale dal fatto che entro le mura scolastiche non risultano esserci stati precedenti di bullismo, né tra i ragazzi oggi al centro della cronaca, né tra altri alunni. «Nulla mi è mai stato riferito continua la preside ma stiamo mettendo in campo tutte le nostre risorse per arginare questa situazione. In primis potenzieremo l'opera di informazione e prevenzione, già attive grazie ai nostri docenti specializzati in bullismo e cyberbullismo e grazie ai corsi di educazione civica. Poi mi sono consultata con i carabinieri che stanno indagando e martedì ci sarà un incontro con un loro graduato che spiegherà la gravità di questo genere di comportamenti a trecentosessanta gradi. Inoltre sarà aumentata la sorveglianza durante le ore di ricreazione, proprio per vigilare maggiormente su eventuali comportamenti non consoni. Ho trovato nel sindaco del paese, che ringrazio, un grande interessamento al caso e insieme studieremo altre strategie comuni. Infine al prossimo collegio docenti mi confronterò con i colleghi per mettere sul piatto eventuali ulteriori proposte».

INCONTRO COI GENITORI
La preside sentirà oggi anche i genitori della giovane vittima. «Continueremo a puntare sulla prevenzione, ma quella che leggo è un'emergenza educativa in atto chiude la dirigente , di una portata mai vista prima. Troppi ragazzi non hanno più regole e rispetto per il bene comune e l'autorità. Per questo serve un'alleanza educativa tra scuola, famiglie e tutti gli enti coinvolti».


E intanto un'altra mamma confessa che anche sua figlia, che frequenta la seconda media nello stesso istituto, è spesso messa all'angolo ed emarginata da alcune compagne di classe. «Questi casi di bullismo sono quotidiani. A mia figlia dicono "tu che vuoi", "vai da un'altra parte", "qui non ti vogliamo". E da qualche settimana dice che non vuole più andare a scuole. È un disastro questo bullismo, c'è ovunque. E i genitori minimizzano o fanno finta di non vedere. Invece siamo proprio noi adulti, noi genitori e gli insegnanti, i responsabili dell'educazione dei ragazzi».
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Il Gazzettino