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SAN PIETRO DI CADORE - Vaia ha insegnato poco nell’ambito forestale. Pianificazione dei boschi, costruzione di una filiera bosco-legno, gestione sostenibile, crediti di carbonio forestale mirati a ridurre i gas a effetto serra, certificazioni forestali di gruppo: in Comelico sembrano elementi di un pianeta distante anni luce. Un esempio è, per l’appunto, Vaia che nulla sembra aver trasmesso sul sistema della filiera corta. Termine, come altri, di cui si sono riempiti i discorsi e che, dopo quattro anni e mezzo dalla tempesta, sono spariti dalle agende ufficiali, delle scrivanie tanto pubbliche quanto private. Insomma: impreparati allora, come ora.
IL DANNO STA AUMENTANDO
Così c’è l’urgenza di portare fuori dalla Val Visdende dai 30 ai 40mila metri cubi di legname bostricato a vista. «Ciò significa che alla fine saranno molti di più – spiega Matteo Pradetto Roman, titolare della ditta che ha acquistato gran parte del legname di otto delle dieci Regole comproprietarie della valle –. Il volume del materiale danneggiato dal bostrico è destinato ad aumentare, poiché in una particella oggi tagliamo tutti gli alberi interessati e fra due mesi siamo costretti ad un ulteriore taglio, poiché nel frattempo il fenomeno non si è arrestato».
IL VIAGGIO
Insomma, i tronchi con il bordo blu, indice della presenza fungina, verranno trasferiti al porto di Capodistria, per essere caricati sulle navi cargo alla volta dell’Est. Quelli a colorazione unica sono destinati all’Europa. Alla ditta di Matteo Pradetto Roman si è aperta la strada verso l’Asia, grazie al contatto con un’importante azienda tedesca che cura l’ultimo passaggio della vendita per la Cina. Nel frattempo, in Val Visdende, operano, in subappalto, cinque ditte estere che si occupano di tagliare le pregiate conifere. «L’attenzione verso la Cina – aggiunge l’imprenditore comeliano – non è dovuta tanto ad una questione economica, date le cifre abbastanza simili, quanto piuttosto alla necessità ed urgenza di liberare le zone dall’infestazione, il cui fenomeno non dà assolutamente cenni di arresto, anzi, coinvolgendo adesso anche i paesi. Nella zona di Paschere, per esempio, di fronte a Mare, il bostrico ha già rovinato l’equivalente del 20/30 per cento danneggiato in Val Visdende». Quello in atto in questi giorni è il terzo maxicarico, dopo quello di Santa Lucia (con 1.500 metri cubi) e di febbraio.
CARICATI 35 TIR AL GIORNO
Quotidianamente vengono allestiti 35 tir al giorno per la Cina, più cinque per l’Italia e l’Austria. I bisonti, del carico ciascuno di circa 60 metri cubi, scendono, poi, lungo il Cianà, la strada di collegamento con il fondovalle, tutti assieme un paio di volte al mese. «Stiamo valutando – conclude Matteo Pradetto Roman – se predisporre convogli con meno mezzi ma una frequenza maggiore. In queste prime fasi abbiamo preferito l’intensificazione, effettuando il maggior lavoro possibile nel periodo “morto” per non gravare sulla successiva stagione turistica. Prima portiamo via il legname bostricato e meglio è». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino