La tecnica del boss Donadio. «False assunzioni a decine per garantire agli amici l'indennità di disoccupazione»

La tecnica del boss Donadio. «False assunzioni a decine per garantire agli amici l'indennità di disoccupazione»
VENEZIA Non soltanto usura, estorsioni e droga. Donadio & C avevano messo in piedi un sistema illecito che ruotava attorno ad una serie di società di proprietà...

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VENEZIA Non soltanto usura, estorsioni e droga. Donadio & C avevano messo in piedi un sistema illecito che ruotava attorno ad una serie di società di proprietà del boss, che da un lato lucravano sulla manodopera fornita ad imprese edili, dall'altro realizzavano false fatture e procuravano contratti d'assunzione fittizi a stranieri che ne avevano necessità per ottenere il permesso di soggiorno, oppure ad italiani che in questo modo riuscivano a maturare illecitamente il diritto all'assegno di disoccupazione.


A raccontare i meccanismi escogitati da Luciano Donadio sono stati il nipote del boss, Antonio Puoti e l'imprenditore Christian Sgnaolin, entrambi accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, entrambi ascoltati dopo la chiusura delle indagini preliminari.

Il sandonatese Sgnaolin, 47 anni, titolare di una società che si occupava di sicurezza aziendale, la Imperial Service, ha spiegato che Donadio forniva operai all'imprenditore edile di Eraclea, Graziano Poles, al prezzo di 18 euro all'ora: «Riuscivamo a stare sotto i prezzi di mercato non versando i contributi, la cassa edile e gli altri oneri», ha precisato, illustrando gli elevati profitti che il boss si garantiva ogni anno. 

I CAPORALI
«Cinque euro rimanevano in tasca a Donadio, che guadagnava anche 50mila euro al mese, considerato che siamo arrivati a fare 26mila ore di lavoro... Donadio spartiva la sua quota su Raffaele Buonanno». Gli operai venivano retribuiti con 7-10 euro all'ora. «La differenza rimaneva ai capo squadra che così facevano i caporali, arrivando a guadagnare anche 20 mila euro al mese».

Il sistema delle false assunzioni è stato invece ricostruito dettagliatamente da Puoti: «Donadio usava la tecnica di erogare stipendi in favore di persone mai assunte - ha spiegato - Utilizzava allo scopo le carte prepagate Spider che gli aveva consigliato il direttore di banca Denis (Poles, ex responsabile delle filiali Mps di Jesolo e Musile, ndr) con cui Donadio aveva un ottimo rapporto perché gli faceva dei favori e che Donadio remunerava facendo dei lavori in casa». 

IL TARIFFARIO

Il boss caricava le carte prepagate e le consegnava ai finti dipendenti, i quali a loro volta le restituivano a Donadio qualche giorno più tardi. «Il tariffario per le assunzioni false era tenuto sotto controllo dal Donadio... variava a seconda del rapporto con il beneficiato: se si trattava di un familiare nostro, questi doveva poi lasciare parte dell'indennità di disoccupazione al Donadio. Se era un estraneo, il prezzo variava in funzione del rapporto che aveva con Donadio o se era presentato da una persona nota e poteva quindi oscillare tra i 500 e 800 euro corrisposti all'atto dell'assunzione fittizia... Se qualcuni aveva bisogno di false buste paga o di falsi Cud, il Donadio provvedeva a mezzo di Claudia Zennaro (la segretaria di fiducia, ndr) e costava loro circa 200 euro...» Il tutto è proseguito per anni. (gla)
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Il Gazzettino