Vende borse contraffatte sui social, quarantenne di Fossalta denunciata

Le borse venivano vendute sui social a prezzi stracciati
FOSSALTA - Borse e accessori griffati, tutti rigorosamente falsi, venduti attraverso i social: finisce nei guai una donna di Fossalta di Portogruaro. A scoprire l’illecito...

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FOSSALTA - Borse e accessori griffati, tutti rigorosamente falsi, venduti attraverso i social: finisce nei guai una donna di Fossalta di Portogruaro. A scoprire l’illecito giro di merce contraffatta tra Veneto e Campania sono stati gli agenti della polizia locale del distretto Veneto est. Indagini non semplici, coordinate dalla procura di Pordenone, che hanno impegnato a lungo gli investigatori diretti da William Cremasco che hanno denunciato L.F., 43 anni. I fatti risalgono all’aprile 2018 quando gli agenti, dopo aver raccolto un’informazione confidenziale, hanno avviato la complessa indagine. Fin da subito è emerso un importante traffico commerciale abusivo di prodotti griffati, rigorosamente falsi, venduti esclusivamente tramite delle chat private, nei social network Facebook e Instagram. 

Di fatto la donna aveva inserito tra i propri contatti tutte persone conosciute che in qualche modo non avrebbero messo nei guai la “loro” commerciante. Così sono stati venduti diversi accessori di marca come borse di Louis Vuitton nonché scarpe e portafogli. Merce, falsa ma di buona fattura, che all’acquirente costava anche un decimo del pezzo originale. Basti pensare che una borsa di circa 500 euro era venduta a circa 40. Tutti gli accessori arrivavano a Fossalta di Portogruaro. Gli agenti della polizia locale hanno subito sequestrato una prima tranche di materiale contraffatto, tra cui borse, portafogli, scarpe e altri accessori. Tutta merce che è stata sottoposta alla perizia dalla quale è emerso che i prodotti con marchi griffati erano completamente contraffatti. Dopo il primo blitz l’indagine ha portato a nuove perquisizioni sia a Fossalta di Portogruaro, dove aveva la sede l’attività commerciale abusiva, ma anche in diverse località tra le province di Caserta e Napoli. È da qui infatti che provenivano i materiali poi messi in vendita. La procura ha bloccato le pagine Facebook e Instagram incriminate e riconducibili all’attività illegale. 

La donna è stata condannata nelle scorse settimane in tribunale a Pordenone alla pena (sospesa) di sei mesi e al pagamento di una multa di 900 euro per aver messo in vendita dei prodotti con marchi contraffatti unitamente alla ricettazione, in quanto gli stessi erano prodotti provenienti da altro reato. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Fossalta, Noel Sidran, che si è complimentato con gli agenti per la brillante operazione. 

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Il Gazzettino