Villaggio turistico nel parco senza telefoni: «Se ti fai male qui, muori»

Franco Petito gestisce un bar ristoro a Sella Carnizza in Val Resia
VAL RESIA (Udine) - Franco Petito e suo figlio Matteo hanno accompagnato più volte persone ferite con la loro automobile nel punto in cui si riesce a telefonare per...

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VAL RESIA (Udine) - Franco Petito e suo figlio Matteo hanno accompagnato più volte persone ferite con la loro automobile nel punto in cui si riesce a telefonare per chiedere aiuto. Anche Maria Di Floriano ha soccorso una persona infartuata caricandola in macchina fino a una zona coperta dal segnale cellulare e per fortuna che, prima di andare in pensione, ha fatto l'infermiera, e sapeva cosa fare e come muoversi.

Non siamo in un angolo sperduto del pianeta: siamo nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie, nel comune di Resia, esattamente a Sella Carnizza, 8 km dal confine di Stato tra Italia e Slovenia, che tra l'altro, per legge, dovrebbe essere coperto dal segnale di telefonia cellulare. Invece non c'è linea: né fissa, né mobile. Da Tanamea, in Alta Val Torre, a Uccea, sul confine, a salire fino Sella Carnizza e a scendere in Val Resia fino a Lischizze, non si chiama né si riceve. Il villaggio di Sella Carnizza registra nei mesi estivi dai 20 ai 30mila passaggi di auto e moto, senza contare le bici, che non vengono rilevate dai sensori, e chi ci arriva a piedi; è una località turistica con due bar ristoro e una ventina di casette per le vacanze (nelle foto). 

«Se qui una persona cade in moto, o cade in montagna, e si fa male - dice Matteo, che con il padre Franco e la mamma Milena Galbussera, gestiscono il bar ristoro Botton d'Oro a Sella Carnizza - è destinata a morire. Perché non può chiedere aiuto. Noi diamo una mano come possiamo ma è chiaro che i soccorsi arrivano con grande ritardo. Da anni lamentiamo questa situazione di estremo pericolo ma non veniamo ascoltati. Ci dicono che non c'è ritorno economico per il posizionamento di un ripetitore. La linea fissa? Quella ce la sogniamo di notte». 

Maria Di Floriano, che gestisce l'altro punto di ristoro, Al Taj, sempre a Sella Carnizza, si è comprata un telefono satellitare, 1200 euro, nel caso succeda qualcosa e anche per ricevere le prenotazioni da parte dei turisti: «I telefoni satellitari, però, hanno tante cifre e la gente non chiama, perché ha paura si tratti di chissà quale strana utenza. Ne perdiamo in termini di accessi, ovviamente. Facciamo avanti e indietro da casa, a Resia, a sentire la segreteria telefonica». Per Matteo e la sua famiglia la stessa cosa: corse a non finire per ricevere un sms di quelli tradizionali da parte di comitive che vogliono prenotare il pranzo. «E poi ci vengono a raccontare che la montagna viene valorizzata - dice Franco Petito -; qui, se non ci arrangiamo da soli, siamo fregati, e a perderci è tutta la zona, un'area meravigliosa, che potrebbe dar tanto lavoro». 

Il caso storico di Uccea 

L'abitato di Uccea, 8 km più sotto, in Alta Val Torre, da sempre è scoperto da ogni segnale e si è quasi del tutto spopolato. I sindaci che si sono susseguiti hanno presentato ogni genere di segnalazione e anche degli esposti, ma niente da fare.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino