Abbandonato dall'alluvione del '66, il borgo di Gena Alta rinasce: sistemata la strada

Il borgo abbandonato di Gena Alta, in comune di Sospirolo
​SOSPIROLO La piccolissima frazione di Gena Alta, posta nel suggestivo scenario della valle del Mis, in comune di Sospirolo protagonista per un giorno. “Margo –...

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​SOSPIROLO La piccolissima frazione di Gena Alta, posta nel suggestivo scenario della valle del Mis, in comune di Sospirolo protagonista per un giorno. “Margo – (Mar)gINIS. Gena, il margine, la rivoluzione” è stato l’evento che si è svolto sabato, dal pomeriggio in poi e che ha visto una grande partecipazione. Un’iniziativa dedicata a chi ama camminare e scoprire luoghi poco noti, ma anche dialogare e apprendere interessanti spezzoni di storia. È stata organizzata da Isoipse, insieme a “Il Veses”, Pro loco, con il patrocinio del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Dopo la disastrosa alluvione del 1966 il paese di Gena Alta, che contava una cinquantina di abitanti, venne abbandonato, anche se già fin dal primo dopoguerra molti erano emigrati in giro per il mondo. Causa dell’abbandono la pressoché totale inaccessibilità del luogo, viste le pessime condizioni della stretta strada che contorna il lago del Mis provenendo da Sospirolo, in quel paese alla fine non ci è più tornato nessuno.

IL RITORNO Sabato la riscoperta. Tutto è iniziato con la passeggiata dalla località La Soffia fino a Gena Alta, con gli “amici di Gena” che hanno spiegato ai presenti, durante il percorso, la storia di questi luoghi. Si è passeggiato dapprima lungo la strada della valle e in parte nel bosco, lungo i caratteristici sentieri e mulattiere per circa 400 metri di dislivello. L’antica mulattiera è stata resa nuovamente agibile in questi mesi. Arrivati nella piccola località c’è stato poi uno scambio di idee e pensieri sul tema del “margine” e sul valore dei luoghi nascosti e dimenticati, come appunto la piccola frazione sospirolese. Hanno parlato il sociologo Diego Cason, il naturalista Enrico Vettorazzo, il geologo Emiliano Oddone, il dottore forestale Giacomo Piazza e il faunista Roberto Dartora. Per tutti poi un piatto del tradizionale minestrone di verdura, pane e formaggio. A concludere la serata, lo spettacolo teatrale “Sui sentieri per l’Europa” nei quadri di una Gena “abbandonata” ma spazio aperto e disponibile a tutti. Una rappresentazione attraverso parole, danza, musica e immagini con Mattia Cason, Alessandro Conte e Muhammad Abd-al-Mun’im. L’attore Mattia Cason spiega: «L’evento nasce dalla voglia di un teatro che non sia soltanto spettacolo ma anche occasione di socialità. Soprattutto in territori marginali, vuoi per ragioni politiche, ai confini degli stati nazioni, o per ragioni economiche e quindi ai margini di un sistema di sviluppo, che privilegia i centri le città le pianure a svantaggio dei territori montani». 

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Il Gazzettino