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SAN PIETRO DI FELETTO - Dieci famiglie ed un borgo. Un vero e proprio microcosmo incastonato in una piccola valle, intessuta di vigneti inframmezzati da macchie boschive. Se c’è un luogo che simboleggia la tranquillità e l’unione con la natura del territorio di Conegliano Valdobbiadene, questo è il piccolo Borgo America. Nient’altro che una strada che scende serpeggiando lungo le colline, diramazione di quella che da Conegliano porta a San Pietro di Feletto, che collega tra loro antichi casolari e vecchie abitazioni contadine.
Manciata di case
Siamo nel Feletto, ampia zona collinare a nord-ovest di Conegliano, che deve il suo nome alle distese di felci (filictum o felictum, in latino) che crescevano nelle antiche boscaglie, all’ombra di roveri e castagni. Qui si trova Borgo America, un piccolo borgo formato da una manciata di case nel fondovalle a sud di Colle Capriolo.
Le testimonianze
Ed è bizzarro, se vogliamo, come in entrambe le storie ricorra la parola “fortuna”. Perché, una cosa è certa (soprattutto oggi), abitare in questo contesto da sogno, vera e propria oasi idilliaca di tranquillità, non può che essere definita proprio così: una fortuna. Eppure, anche nei tempi difficili del dopoguerra, la vita di questo borgo non era così male, come racconta Vittoria, classe 1943, nata e vissuta qui, da una famiglia contadina che campava a pane, polenta e formaggio e lavorava nelle vigne del paròn, che si interpellava sempre con un “servo suo” togliendosi il cappello: «Questo è sempre stato considerato un bel borgo, perché si viveva tutti come una grande famiglia unita. Allora c’erano queste grandi famiglie, composte anche di 20 persone, ma si stava sempre tutti in compagnia, giovani e vecchi». Stessi ricordi romantici anche per Piero, classe 1941, che oggi vive in pensione a Parè di Conegliano ma ritorna qui a curare il pezzo di terra lasciatogli dal papà e dal nonno, che qui un tempo realizzavano vimini artistici. «Era una vita tranquilla, si andava tutti molto d’accordo. E d’estate, dopo il lavoro, si faceva sempre festa. Si ballava, si suonava la fisarmonica e si cantava “Vola, colomba bianca, vola”, bevendo un bicchiere di “Prosecco tranquillo”. Ma oltre al ricordo, c’è chi ha scelto di vivere Borgo America anche per portare avanti un proprio progetto di vita personale. Come è il caso di Flavio, che ha voluto recuperare un vecchio casolare Ottocentesco per farne un’azienda agricola con bed & breakfast. “Un tempo questa era una “cella” dell’ordine dei frati dell’antico eremo camaldolese di Rua di San Pietro di Feletto. Poi è stata trasformata in una tenuta contadina di proprietà della contessa Eufemia Dalla Balla, mia bisnonna. Dopo un viaggio in Toscana ho capito che anche qui potevo creare una piccola tenuta in armonia con la natura». Discorso simile quello di Arturo, classe 1962 di Conegliano, il cui nonno possedeva qui un podere con un piccolo vigneto ed una cantina per la vinificazione. «Nel 2007 mi sono trasferito qui per seguire il mio hobby di produrre vino, Prosecco ma anche Incrocio Manzoni. Qui ho ritrovato una dimensione nuova, immerso in una natura meravigliosa, con i caprioli che la mattina mi fanno visita alla porta. Dopo aver studiato economia aziendale, ho capito che in realtà è questo l’ufficio più bello del mondo: la mia vigna, che cambia seguendo le stagioni».
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Il Gazzettino