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PORDENONE/UDINE - Della trentina di borgate che compongono il Comune di Castelnovo del Friuli, sono molte quelle che negli ultimi giorni sono rimaste senza internet. Inizialmente, si ipotizzava che a causare l'assenza di segnale fossero state le ripetute perturbazioni che si sono abbattute in zona e che hanno provocato allagamenti, frane e smottamenti, con conseguente necessità di allertare la Protezione civile regionale. Nelle ultime ore, però, tra i cittadini afflitti dal problema è iniziata a circolare una versione completamente diversa circa la causa del disservizio.
LE VERIFICHE
Secondo quanto avrebbero appurato, contattando i numeri dedicati, il problema nascerebbe dal fatto che la parrocchia ha deciso di interrompere il contratto con l'Enel nella chiesa di Colle Monaco, circostanza che avrebbe determinato conseguenze a catena sulla popolazione, visto che i ripetitori sul luogo di culto sarebbero in questo modo rimasti privi di alimentazione. Della questione è stato investito anche il sindaco di Castelnovo, Juri Del Toso, che solo stamani, 27 ottobre, riuscirà a fare chiarezza. «Sono conscio dei disagi dei concittadini - ha fatto sapere -, ma è stato davvero impossibile occuparmene prima, perchè il maltempo ha costretto tutti agli straordinari, essendo il nostro comune tra i più colpiti e danneggiati».
IL CONTATORE
"Certo è che se nella chiesetta c'è un contatore di un servizio essenziale, è evidente che la linea deve funzionare - prosegue Del Toso -. So che alcuni hanno problemi di connessione, tra cui vari studenti e famiglie, ma anche il medico, con le ricette elettroniche, perché usava proprio questo strumento. È un progetto che avevamo introdotto nel 2017, facendo gli accordi con la Soprintendenza per i beni culturali, per mettere le "padelle" su un bene vincolato. Abbiamo sottoscritto la convenzione anche con la Diocesi e, quindi, noi siamo a posto. All'epoca abbiamo fatto tutto il possibile per riuscire a coprire la maggior parte di territorio da questi punti che sono i più alti del comune". "Quindi, in assenza di fibra o di cavo - ha concluso il sindaco -, è uno strumento, seppur basico, che ci ha aiutato in questi anni. Proprio per questa ragione, mi adopererò, sin da subito, per capire la ragione di questo blackout".
SENZA SPORTELLI
Ma c'è un altro problema che attanaglia le zone montane: la fuga degli istituti di credito. A difendere le zone disagiate direttamente in campo il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. «La desertificazione bancaria è una grave perdita soprattutto per le aree interne e montane di un territorio. Non si tratta solamente di servizi che oggi possono essere erogati attraverso le nuove tecnologie, che però non sono ancora alla portata di tutti i cittadini come, per esempio, a una parte della popolazione anziana. Si tratta invece di un impoverimento per le piccole comunità che da sempre trovano nella banca un punto di riferimento essenziale». Il presidente ha espresso il suo pensiero ieri mattina alla nona tappa della campagna "Chiusura filiali? No, grazie", promossa in tutta Italia dalla Uil e dalla Uilca. «La perdita di questi sportelli è drammatica per l'intero territorio di una regione. Il compito delle istituzioni - ha sottolineato - deve essere invece quello di creare quelle opportunità in grado di mettere le persone nelle condizioni di rimanere in quelle aree dove oggi è più forte lo spopolamento. In Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto il governatore - stiamo mettendo in campo investimenti importanti proprio per contrastare questi fenomeni e per generare nuove occasioni occupazionali e di sviluppo economico».
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Il Gazzettino