VENEZIA Dopo la ricevuta del bonifico di 600 euro in entrata dall'Inps e quella del bonifico in uscita di 600 euro a favore del Comune di Treviso per le famiglie in...
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La sindaca di Spinea allo scoperto: «Ecco perché ho chiesto il bonus Covid»
«È un automatismo - spiega l'esponente della Lega che è anche consigliere comunale a Treviso - quando si fa domanda per il contributo per le partite, dopo che si riceve il primo contributo di 600 euro, arriva anche il secondo di altri 600 euro. Me l'ha spiegato il commercialista. Solo per il contributo successivo, quello di 1.000 euro, andava fatta una nuova richiesta con ulteriori documentazioni. Il mio commercialista per me non l'ha fatto, l'avevo già bloccato».
«Che mona che son stato. Troppo corretto»
LA RICEVUTA
Quindi Barbisan ha preso due contributi da 600 euro l'uno, sempre per colpa del commercialista che di default ha presentato la domanda all'Inps secondo quanto previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio del governo giallo-rosso di Giuseppe Conte. Del primo bonus da 600 euro, Barbisan lunedì ha mostrato le pezze giustificative: ecco l'addebito in conto, ecco il bonifico fatto a favore del Comune di Treviso, 600 euro che sono entrati, 600 euro che sono usciti. Ossia: nelle tasche di Barbisan junior (il senior è il veneziano Fabiano Barbisan, il re delle carni) non è rimasto neanche un centesimo. Ma non c'era anche il bonus numero 2? Certo che c'era e Barbisan l'ha ricevuto. L'ha detto ieri: altri 600 euro incassati il 25 maggio, a distanza di venti giorni dai primi 600 euro.
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«Ma sono soldi che io non ho tenuto - spiega Barbisan - perché non il giorno dopo, ma due, cioè il 27 maggio, ho dato un contributo di analogo importo, 600 euro, a una Pro Loco locale». Quella della sua città: la Pro Loco Canizzano e San Vitale. Che ha rilasciato regolare ricevuta datata, appunto, 27 maggio 2020 (e con marca da bollo emessa il 9 agosto 2019: un avanzo di cancelleria?).
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E, come Forcolin, anche Barbisan junior riflette: «Sono stato corretto, se nella chat avessi detto no alla domanda su chi aveva chiesto il bonus adesso dormirei sonni tranquilli».
Al.Va.
Leggi l'articolo completo suBonus Covid ai politici, quei tre leghisti veneti: "Chiesto a nostra insaputa"
Come Claudio Scajola , l'ex ministro che a sua insaputa si era ritrovato proprietario di una casa vicino al Colosseo.
Ed ecco, adesso, alcuni consiglieri regionali veneti della Lega che, a loro insaputa, si sono ritrovati in conto corrente il bonus per l'emergenza Covid . Zaia: "Clima pesante, fuori i nomi".
Il Gazzettino