«Io, sindaco a mille euro al mese, ho fatto richiesta del bonus Covid»

Leandro Grones, sindaco di Livinallongo
 Non ha problemi a dirlo, il sindaco di Livinallongo Leandro Grones. «Ho chiesto i 600 euro, perché?». E la domanda, nel suo caso, è lecita e apre...

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 Non ha problemi a dirlo, il sindaco di Livinallongo Leandro Grones. «Ho chiesto i 600 euro, perché?». E la domanda, nel suo caso, è lecita e apre la grande questione della disparità di indennizzi nella politica italiana, degli amministratori locali al fronte in prima linea quando si tratta di dare risposte alla popolazione e di far quadrare i conti per coprire le buche nelle strade, ma poi accontentati con poco più di mille euro al mese. Grones, titolare di un albergo, è tra gli imprenditori del Bellunese che hanno rischiato di restare schiacciati dal lockdown. Sindaco di un comune di circa 1300 anime, il suo indennizzo in qualità di prima cittadino è di 1075 euro. Meno di un operaio, ma con tutte le responsabilità di chi è chiamato ad assumere ogni giorno decisioni per un’intera comunità. Il gruzzolo lo aggiunge ai guadagni che ottiene dalla sua attività turistica che però durante i mesi della pandemia è rimasta chiusa. «Non è stato facile – commenta -, nemmeno la ripartenza è stata uno scherzo, iniziamo a rialzare la testa solo adesso». Così anche lui ha fatto richiesta all’Inps di ricevere il bonus destinato a chi fosse in possesso di determinati requisiti.

MESI DIFFICILI
Oggi l’albergo è aperto ed è tornato ad accogliere i visitatori, ma durante il Covid il blocco di ogni attività ha comportato l’azzeramento delle entrate e la necessità di appoggiarsi esclusivamente all’indennizzo, anche per far fronte a tutte le spese. «Ho assolutamente chiesto il bonus, la mia attività era chiusa – spiega -. Io da sindaco ricevo poco più di mille euro, ma al mio vice e agli assessori vanno poche decine di euro». Per la precisione gli assessori percepiscono 70 euro e il vice sindaco 107. Certo, i residenti non sono tanti ma il territorio è vasto e l’attività amministrativa richiede comunque impegno e dedizione. E poi Grones, si sa, è uno che non si risparmia per la sua gente.
IN PRIMA LINEA

Ama il suo territorio, ma quando si accenna al tema degli indennizzi gli scappa da dire «Voglio vedere chi lo farebbe al posto mio, si faccia avanti». Ed è proprio questo, oggi, a stridere. Il giorno dopo la denuncia dell’Inps, infatti, ci sono gli amministratori locali che non hanno problemi ad alzare la mano e mettersi nella schiera di chi ha percepito i 600 euro, mentre restano ignoti i nomi dei parlamentari e dei consiglieri regionali dai grandi stipendi perché l’Istituto di previdenza si trincera dietro la tutela della privacy. Ma Grones non si scompone, sa di trovarsi nelle fila di chi si sporca le mani per poco più di un rimborso spese e dei 600 euro non si vergogna.«Una mensilità mi serve tutta per pagare l’assicurazione – aggiunge -, perché il Comune ne paga solo una minima parte. Cosa vuole che le dica? Sta tutto nel buon senso delle persone e nella lungimiranza dello Stato, che avrebbe dovuto mettere dei paletti e non rendere possibile la richiesta a tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino