Bonus 110, caparra versata ma ditta sparita: il caso del condominio di Mirano

Nella foto d'archivio una ristrutturazione di una casa
MIRANO - Una decina di famiglie di Mirano si era affidata a una ditta...

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MIRANO - Una decina di famiglie di Mirano si era affidata a una ditta del Trentino per eseguire una serie di interventi nelle loro case che sarebbero rientrati nel bonus 110 per cento. Per questo gli interessati avevano pure versato una caparra. Ma, a un anno di distanza dalla firma del contratto, si sono ritrovati tutti con il danno oltre alla beffa. Non solo nessun lavoro è stato iniziato, ma ora non ci sono più nemmeno i termini per accedere al generoso quando discusso aiuto. A questo punto le famiglie - che in media hanno versato un migliaio di euro per appartamento - hanno contattato un avvocato, nella speranza di riavere almeno le caparre. «Si sono già rivolte al mio studio una mezza dozzina di persone. Ma altre se ne dovrebbero aggiungere, credo che alla fine saranno una decina - conferma l’avvocato Dirk Campajola - Sto mandando le richieste di risoluzione del contratto con restituzione della caparra». Un’altra storia finita male, insomma, per il bonus 110 per cento. Tutto comincia nel luglio dell’anno scorso, quando un agente inizia a pubblicizzare tra le famiglie di Mirano la società trentina. Molti si fidano. Piace la proposta della società che si presenta come una esperta nel settore del risparmio energetico. Forse dà fiducia anche che arrivi dal Trentino. Sono almeno dieci le famiglie che sottoscrivono il contratto per interventi vari per rendere la casa più green: dal cappotto, al cambio caldaia o infissi. «Alla firma dei contratti venivano versate delle somme, circa 1.000 euro ad abitazione, per le attività di consulenza, certificazione tecnica e verifica di fattibilità dei lavori richiesti - spiega l’avvocato Campajola – Ad oggi dopo oltre un anno, nulla è stato fatto, nemmeno tali attività prodromiche all’inizio dei lavori con grave danno per le persone che hanno atteso invano l’inizio dei lavori e probabilmente non avranno più modo di ottenere il bonus del 110% non essendo mai partiti i lavori». In questi mesi gli interessati hanno cercato a più riprese di contattare la ditta. «Hanno sentito l’agente, che era un procacciatore d’affari. Lui stesso ha riferito di aver avuto problemi a farsi pagare le provvigioni - continua l’avvocato Campajola - Quanto alla ditta ha risposto solo via mail, a giugno, sostenendo di aver avuto problemi con la cessione del credito e con le ditte. Ma a questo punto non c’è più tempo. Per questo chiedono la restituzione della caparra. Purtroppo non sono casi isolati. E nemmeno i peggiori. Sto seguendo anche altre vicende, con altre ditte coinvolte, dove i lavori sono iniziati e sono stati interrotti».

 

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Il Gazzettino