Adria. Bonifica Coimpo, un futuro da fattoria fotovoltaica

Sul caso Coimpo è pendente un ricorso in Cassazione del Comune di Adria rispetto alla sentenza d'appello per il Coimpo bis, relativo al traffico illecito dei rifiuti

Coimpo, si cerca imprenditore che installi pannelli fotovoltaici
ADRIA - «Mai più un'altra Coimpo. Il sito deve rimanere chiuso. Al massimo potrebbe trasformarsi in fonte di produzione di energia rinnovabile grazie ai pannelli...

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ADRIA - «Mai più un'altra Coimpo. Il sito deve rimanere chiuso. Al massimo potrebbe trasformarsi in fonte di produzione di energia rinnovabile grazie ai pannelli fotovoltaici». Lo ha sottolineato il primo cittadino Omar Barbierato incontrando i cittadini di Ca' Emo. «In questi cinque anni del mio mandato amministrativo - ha detto il sindaco - ho ricevuto personalmente sul mio tavolo le richieste di diversi imprenditori che volevano riattivare Coimpo per proseguire l'attività di trattamento fanghi. Ho sempre ribadito loro la mia contrarietà». Barbierato ha lanciato inoltre un guanto di sfida ai prossimi candidati sindaci. «È giusto - ha puntualizzato - chiedere quale siano le loro prospettive sul sito di località America. Ricordo poi che tutta l'area dell'ex Coimpo è ancora sotto sequestro. Noi chiederemo un incontro con il magistrato competente per conoscere le sue intenzioni. La nostra idea, se il magistrato lo consentirà, è trovare un imprenditore per cercare di portare a casa la stessa operazione che abbiamo attuato nel sito ex Deltalat. Vorremmo trovare un imprenditore che installi in Coimpo i pannelli fotovoltaici, in cambio della bonifica l'area. Ci siamo già mossi per capire se c'è un interesse di questo tipo. Il sito pertanto o rimane chiuso o, al massimo, si può trasformare in fonte di energia rinnovabile grazie ai pannelli fotovoltaici».

I costi della bonifica

Un'operazione non facile visti i costi di bonifica la cui forbice varia dai 10 ai 18 milioni di euro. «Ci vorranno - ha concluso il sindaco - diversi milioni di euro per svuotare vasche e silos. La quantità di rifiuti è ingente e i costi per questa operazione sono esorbitanti: una cifra superiore ai dieci milioni di euro. Dalla caratterizzazione dei rifiuti, operazione necessaria per poi proseguire con la bonifica, è emersa la presenza di sostanze pericolose. In alcune vasche è stata riscontrata la presenza di arsenico, diossine, pcb, una miscela di idrocarburi clorurati, e berillio. Tutte queste sostanze sono oltre i limiti di legge».

Il ricorso pendente

Sul caso Coimpo è pendente un ricorso in Cassazione del Comune di Adria, difeso dall'avvocato Matteo Ceruti del foro di Rovigo, rispetto alla sentenza d'appello per il Coimpo bis, relativo al traffico illecito dei rifiuti. Adria infatti si è costituita parte civile in tutti i filoni di giustizia. Ritiene sia stata travisata la richiesta sui danni ambientali rispetto ai danni subiti dalla comunità e della necessaria caratterizzazione. Secondo la ricostruzione dei periti, il 22 settembre 2014 in seguito allo sversamento di acido solforico in una vasca contente liquami si sviluppò una nube tossica. Morirono Giuseppe Baldan, 48 anni, autotrasportatore di Campolongo Maggiore (Ve) e tre dipendenti Coimpo: Nicolò Bellato, 28 anni, di Adria, Marco Berti, 47 anni, di Rovigo e Paolo Valesella, 53 anni, di Adria. Adria aveva ottenuto 30mila euro, un anticipo sul risarcimento, più 3.600 euro di spese legali. Nell'ultimo filone dell'inchiesta, per omessa bonifica, notizia di qualche giorno fa, in primo grado, palazzo Tassoni si è visto riconoscere un anticipo di risarcimento di 164mila euro. La Coimpo è fallita il 22 gennaio 2018 e le fideiussioni che aveva presentato in Provincia, rilasciate a garanzia della corretta gestione degli impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti, si erano rivelate inesigibili. 

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Il Gazzettino