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Come verrà spesa a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) la quota di 380 milioni di dollari stanziata dagli Stati Uniti per rafforzare le basi in cui vengono "stoccate" le bombe atomiche americane destinate a essere portate in volo dagli aerei della Nato, compresi quelli dell'Aeronautica militare italiana?
La notizia del rafforzamento del deterrente nucleare Nato ha scatenato l'ira di Mosca che ha commentato duramente il ritorno di un arsenale atomico americano in Gran Bretagna dopo un black out di una ventina d'anni.
Anche in Italia dalla scorsa primavera sono in corso a Ghedi e Aviano analoghi lavori di adeguamento delle strutture: da quando gli Stati Uniti hanno deciso di "stringere" questo arsenale solo in due basi, appunto Ghedi e Aviano, si valuta che siano da 70 a 100 gli ordigni B61-11 affidati esclusivamente agli armieri americani del 704esimo squadrone Munss (Munitions Support Squadron).
Bombe che a Ghedi (una ventina) possono essere agganciate ai pod (piloni) sub-alari dei veterani Tornado dell'Aeronautica militare italiana, che hanno sostituito gli F-104, mentre ad Aviano (da 50 a 80) sono per ora utilizzabili di certo gli F-15E e gli F-16 americani.
La questione del deterrente nucleare è riemersa con preoccupazione da quando la Russia ha aggredito l'Ucraina, con Mosca che più volte non ha escluso di ricorrere alle armi atomiche, definite tattiche o strategiche senza che ciò abbia mai effettivamente chiarito né i limiti né le possibili conseguenze del loro impiego, anche perché per fortuna precedenti non ve ne sono.
Resta il fatto che chi possiede armi nucleari (in Europa solo Francia e Gran Bretagna hanno il loro arsenale nazionale mentre gli altri alleati Nato mettono i loro velivoli al servizio degli Usa) rischia di diventare un bersaglio per l'ira di Mosca.
L'arsenale nucleare in Italia
I militari del Munss si occupano di custodire, fare manutenzione e assistere gli armieri italiani quando si tratta di agganciare le bombe sotto i velivoli italiani: sono sempre gli americani che conservano anche i codici (sempre doppi) che "armano" le bombe. Sono disponibili anche mock-up, bombe disarmate, che vengono usate per i voli di addestramento. La "licenza" che abilita i Tornado italiani (così come quelli tedeschi, ad esempio, oppure gli F-16 A/B del Belgio) a trasportare ordigni nucleare va rinnovata di frequente.
I Tornado tuttavia, operativi da 40 anni, dovrebbero essere dismessi entro la fine del 2030, sostituiti dagli F-35 in questo compito di deterrenza: una parte della flotta italiana, che sarà di 90 velivoli di cui 60 nella versione A a decollo e atterraggio convenzionale, è adatta a ospitare nella "pancia", la parte inferiore della fusoliera, queste bombe che non vanno quindi più appese alle ali. E' la concezione di aereo stealth, "invisibile" ai radar, che obbliga il design degli aerei e dei carichi che trasportano ad avere meno spigoli possibili e così il vano bombe dell'F-35A viene usato anche per questo tipo di bombe.
Le B61, costruite in varie versione dagli anni 60 in piena guerra fredda, sono bombe nucleari all’idrogeno realizzate dalle americane Sandia e Los Alamos nel Nuovo Messico: la versione 11 non è ritenuta più all'altezza dello scenario geopolitico degli ultimi anni e così già nel 2013 il Pentagono stanziò 11 miliardi di dollari per pensionare le 200 B61 "europee". Si passerà al modello B61-12, che è anche teleguidabile grazie ad alette e con testata (calibrabile) fino di 50 kilotoni (circa il triplo della bomba di Hiroshima), trasportabili solo dagli F-35A. La precisione di queste bombe viente stimata da 30 a 60 metri rispetto al bersaglio.
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Il Gazzettino