Bombardamento su Treviso, dalla piazza il grido: «No alle armi e alla violenza». Carlo Nordio: «Andavo alle elementari passando tra le macerie»

di Lucia Russo TREVISO - Venerdì 7 aprile 1944. Ore 13.06. Scatta l'allarme. Dopo poco cadono le bombe. 1600 morti, soprattutto civili. Oggi, 7 aprile 2024, a 80 anni...

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di Lucia Russo

TREVISO - Venerdì 7 aprile 1944. Ore 13.06. Scatta l'allarme. Dopo poco cadono le bombe. 1600 morti, soprattutto civili. Oggi, 7 aprile 2024, a 80 anni di distanza dal bombardamento, in una piazza dei Signori gremita di persone è stato lanciato un grido: «No alle armi, no alla violenza», ha detto il sindaco Mario Conte. Una cerimonia morto partecipata alla quale hanno preso parte, oltre alle autorità civili e militari, numerosi bambini che hanno letto poesie, cantato e recitato accompagnati dai loro insegnanti e anche, con il maestro Francesco Grollo. Il momento clou con il passaggio delle Frecce Tricolori in piazza dei Signori che hanno srotolato la loro scia tricolore. 

Nordio: «Quando andavo alle elementari passavo tra le macerie»

Tra le autorità presenti, anche il ministro Carlo Nordio. «Sono cresciuto nel ricordo del 7 aprile perché i miei genitori abitavano qui e il loro è stato l'ultimo palazzo a rimanere in piedi durante il bombardamento che ha avuto come epicentro piazza Borsa - ha spiegato il ministro -. Quando andavo a scuola alle elementari passavo tra le macerie perché c'erano ancora le rovine del bombardamento. Se oggi il motto dovrebbe essere basta guerra, ricordiamo che spesso le guerre vengono scagionate dalla mancanza di libertà. Raramente le democrazie liberali hanno scatenato una guerra anche perché nessun popolo vuole andare a morire in battaglia. E' anche vero che le democrazie liberali devono sapersi difendere perché la pace non si difende con un vuoto e sterile pacifismo o con una neutralità disarmante ma con un'adeguata preparazione per la nostra difesa». 

Caner: «Una città che ha saputo ricostruirsi»

L'assessore della Regione Veneto, Federico Caner ha invece guardato alla rinascita di Treviso: «Una città che ha saputo ricostruirsi da uno dei più grandi bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale - ha detto -. Treviso è una città forte come oggi noi la vediamo».

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Il Gazzettino