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MESTRE - Un intervento da effettuare con urgenza richiesto dalla Prefettura di Venezia per scongiurare il rischio di un’esplosione che potesse coinvolgere il vicino gasmetanodotto nel quartiere di Altobello. E la regia delle operazioni è stata affidata agli specialisti dell’Ottavo reggimento genio guastatori paracadutisti “Folgore” di Legnago al comando del colonnello Gianluca Dello Monaco. A creare tanto scompiglio, il ritrovamento la settimana scorsa, di una granata Shrapnel calibro 87 mm spuntata durante i lavori di bonifica sistematica di un’area ricompresa fra via dello Squero e la parte retrostante il complesso della Carbonifera, sede del quartier generale dei Lavori pubblici del Comune, e che affaccia su viale Ancona. Ed è nel terreno dove doveva sorgere un parco verde pubblico che è spuntato l’ennesimo “ricordo” di storia bellica di Mestre, stavolta risalente alla Grande guerra: un pezzo di artiglieria lanciato da un cannone austriaco che a distanza di oltre cent’anni aveva mantenuto inalterata la sua carica offensiva. Quale fosse l’obiettivo di quel proiettile contenente 4 chili di esplosivo non lo sapremo mai, certo è che era utilizzato sia in funzione antiaereo che antiuomo e che era uno dei modelli massicciamente utilizzati dall’esercito austroungarico.
LO SCENARIO
Tutto si è svolto nella massima sicurezza, come sempre in questi frangenti. Gli artificieri hanno disposto l’evacuazione di tutto il sito, che in gran parte coincide con il cantiere, stabilendo una sorta di “cordone sanitario” di almeno 100 metri. Quindi sono entrati nel vivo dell’azione, avvenuta con una precisione e una perizia chirurgiche, una volta identificata la tipologia del residuato. Una volta rimosso è stato trasportato con la massima cautela in un terreno nella zona di Mira e fatto deflagrare una volta posto a diversi metri di profondità.
I PRECEDENTI
I militari del Folgore sono stati chiamati ripetutamente in questa porzione di città che anche nel secondo conflitto mondiale è stata teatro, suo malgrado, di costanti bombardamenti data la contiguità in particolare con lo scalo ferroviario. Sono loro i protagonisti dei due bomba day mestrini del gennaio e ottobre 2020 E sono sempre loro ad aver eseguito appena lo scorso maggio il brillamento di cinque bombe, di fabbricazione italiana, prive di spoletta che insieme pesavano mezzo quintale fra esplosivo (250 chili) e involucro. L’ipotesi più verosimile è che fossero state depositate appunto fra il 1943 e il 1944, con ogni probabilità per poi essere piazzate direttamente sui binari. Erano state scoperte a fine aprile dagli operai impegnati nella realizzazione del nuovo maxi-svincolo tra via Libertà, via Torino e la prima zona industriale. Sono state fatte saltare in aria anche con un proietto d’artiglieria dal diametro di 149 millimetri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino