PADOVA - Chissà quante volte dalla fine della Seconda guerra mondiale quel terreno è stato arato per far spazio a piante e fiori. Eppure fino all’altro ieri...
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L’ALLARME
Mentre zappava le aiuole e sfalciava l’erba, il dipendente del convento ha rinvenuto, mezza arrugginita e con un vistoso buco sul fianco, completamente svuotata del contenuto esplosivo, la bomba che per anni è rimasta sotto terra.
Così l’uomo, preoccupato, ha telefonato alla polizia per chiedere aiuto agli agenti, temendo che l’ordigno potesse essere ancora pericoloso. La centrale operativa del 113, quindi, ha inviato una pattuglia delle Volanti, che hanno esaminato la bomba: si trattava di una granata che chiaramente risaliva alla Seconda guerra mondiale. Così arrugginita e, specialmente, svuotata del contenuto, però, era ormai completamente inattiva. Dal buco sul fianco era ormai uscita tutta la polvere pirica esplosiva che rendeva la bomba letale, una volta tolta la spoletta. Forse è sempre stata difettosa, oppure si è irrimediabilmente danneggiata per via di tutti quegli anni sotto terra, nascosta nel giardino della villa di proprietà delle religiose.
L’INTERVENTO
Si tratta pur sempre, però, di un residuato bellico, per cui, ieri mattina, a occuparsi della bomba “ananas” sono intervenuti gli artificieri della polizia, che sono arrivati a Villa mater boni consilii per mettere in sicurezza la granata, spostarla e infine, distruggerla una volta per tutte. Le suore della Redenzione, che da sempre gestiscono la struttura religiosa di via Sorio, hanno passato negli ultimi due giorni qualche momento d’apprensione. Specialmente quando il loro giardiniere ha comunicato loro l’allarmante scoperta e quando la polizia ha dovuto controllare se effettivamente la bomba potesse essere ancora pericolosa.
Solo ieri mattina, con il sopralluogo degli artificieri, le religiose hanno quindi tirato un sospiro di sollievo e sono potute tornare ad occuparsi delle decisamente più serene faccende quotidiane della loro piccola comunità.
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Il Gazzettino