BOLZANO - Una centrale idroelettrica con una produzione annua di 270 Gwh, ovvero il fabbisogno di una città come Catania, completamente nascosta in una montagna: è...
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La nuova centrale di Sant'Antonio, alimentata dal fiume Talvera sostituirà quella vecchia, risalente al 1951 e che aveva una produzione molto inferiore. L'accesso all'impianto è unico nel suo genere in Europa perché interamente realizzato in galleria. Nel cuore di Monte Tondo sta nascendo un'infrastruttura all'avanguardia realizzata da due imprenditori bolzanini, Helmuth Frasnelli e Karl Pichler, e non da un cosiddetto big player. La concessione per la centrale di Sant'Antonio è stata assegnata alla Eisackwerk, che gestisce già un altro impianto a Rio Pusteria, solo dopo un lungo braccio di ferro giudiziario. Sono stata scavate complessivamente 1,8 km di gallerie, di cui oltre 500 metri in "caduta libera". Attualmente vengono saldati enormi tubi d'acciaio con un diametro di 2,2 metri. L'acqua arriva così da una diga in val Sarentino con 18 mq/s alle tre turbine che avranno una potenza complessiva di 90 Mw.
«Un bel salto in avanti, se pensiamo che il vecchio impianto non superava i 73 Mw», racconta soddisfatto Frasnelli. La vera novità riguarda però il riflusso nel Talvera. Il fiume, uno dei tre che attraversano il capoluogo altoatesino, alimentava già la vecchia centrale, ma le sue improvvise piene dell'hydropeaking possono però diventare molto pericolose. Sono infatti 21 le persone annegate negli ultimi 70 anni nelle acque del Talvera. In futuro un enorme bacino di demodulazione di 95 mila metri cubi, una gigantesca cisterna alta 12 metri e interamente scavata in caverna, eviterà i pericolosi picchi di piena e garantirà un livello costante del torrente.
Il Gazzettino