«Ce l'ho sempre fatta, non ho più soldi». Dalle bollette agli affitti, le storie di chi chiede aiuto alla Caritas

«Ce l'ho sempre fatta, non ho più soldi». Dalle bollette agli affitti, le storie di chi chiede aiuto alla Caritas
PORDENONE - «È come con il Covid. Chi ha bisogno d’aiuto non si vergogna più a chiederlo. Ci dice semplicemente questo: “Non è colpa mia,...

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PORDENONE - «È come con il Covid. Chi ha bisogno d’aiuto non si vergogna più a chiederlo. Ci dice semplicemente questo: “Non è colpa mia, non ce la faccio semplicemente più”». Sono le voci degli anziani che ogni giorno raccoglie la Caritas di Pordenone, cioè di uno dei territori del Friuli Venezia Giulia a maggior incidenza di povertà sopra i 65 anni d’età. Chi chiede aiuto lo fa a testa bassa, senza voler dare nell’occhio. Ma allo stesso tempo sa di essere davanti a un bivio: o così, oppure non si sopravvive più. E cade anche il muro di una comprensibile vergogna, sentimento che attanaglia chi per una vita ce l’ha sempre fatta da solo e che di punto in bianco è costretto a rivolgersi ad altri per tirare avanti.


I RACCONTI
Andrea Barachino è il direttore della Caritas diocesana di Pordenone, di cui il vescovo Giuseppe Pellegrini è presidente. Il 10 per cento di chi chiede aiuto alla Caritas - si apprende dall’ente caritatevole - è costituito proprio da persone ultrasessantacinquenni del territorio. Anziani italiani, in questo caso pordenonesi, che in passato non avevano avuto bisogno di assistenza. «E il dato - spiega il direttore della Caritas del Friuli Occidentale - è in aumento rispetto a quanto si riscontrava nell’anno precedente». È quindi il morso dell’inflazione che si fa sentire su chi prima riusciva a sbarcare il proverbiale lunario. «Senza dimenticare - spiegano sempre dalla Caritas - che c’è anche chi si trovava già in una condizione di difficoltà pregressa. Su queste persone l’impatto delle bollette è devastante». Bollette, ma non solo, perché gli aumenti spaziano dalla spesa al supermercato alle medicine, dalle utenze domestiche agli affitti, fino alle badanti e ai collaboratori domestici in genere».

 
LE RICHIESTE
«Un’altra fetta importante del paniere delle richieste che riceviamo ogni giorno - spiega il direttore pordenonese della Caritas - è costituita da chi invece è entrato in una condizione di difficoltà estrema proprio adesso, a causa del carovita. E registriamo un aumento del 20 per cento delle richieste legate alle utenze e in particolare alle bollette». 


E fa impressione soprattutto l’atteggiamento di chi si presenta alla porta delle associazioni caritatevoli. «Sono persone del tutto normali, distinte, che si sono sempre arrangiate», spiegano. «E la questione legata all’oggettivo aumento dei costi dettato dall’inflazione - ha spiegato ancora una volta il direttore della Caritas di Pordenone - porta anche le persone a non vergognarsi più di richiedere un aiuto che prima non era necessario. È esattamente quello che ad esempio è successo anche con la pandemia, quando il problema riguardava tutti. Ci dicono di avercela sempre fatta nella vita, ma che ora a causa degli aumenti è diventato semplicemente impossibile andare avanti». Oltre a tutto ciò, sempre in provincia di Pordenone, si registra anche una decina di persone con problemi reali di alloggio. Si parla sempre di ultrasessantacinquenni in condizioni di fragilità estrema. Tutti gli altri si presentano praticamente a cadenza quotidiana allo sportello della Caritas con le richieste di questi tempi più comuni: la prima necessità riguarda ad esempio il pagamento delle bollette di luce e gas, che incidono sempre di più sul bilancio di chi già percepisce poco meno di mille euro al mese di pensione. Al secondo posto c’è l’affitto, ma nei casi più gravi si arriva anche alle necessità alimentari. E d’altronde, se anche la badante costa 120 euro in più al mese, diventa complicato anche comporre il semplice carrello della spesa al supermercato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino