Bollette di luce e gas: come i Comuni polesani alleggeriscono la stangata alle famiglie

Nelle famiglie stanno arrivando le ultime bollette di luce e gas con i temuti, pesanti rincari.
ROVIGO - Dopo l’emergenza sanitaria, l’emergenza “bollette”. Il 2022 per i rodigini è stato l’anno dell’aumento pesantissimo dei...

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ROVIGO - Dopo l’emergenza sanitaria, l’emergenza “bollette”. Il 2022 per i rodigini è stato l’anno dell’aumento pesantissimo dei costi energetici piovuti sulle spalle di famiglie ed imprese con le difficoltà che ne sono conseguite. Il sindaco Edoardo Gaffeo fa il punto della situazione ed un bilancio delle misure adottate a sostegno dei cittadini. Parla anche della politica energetica italiana e in particolare della possibilità di ripresa delle trivellazioni in Adriatico.

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«Come amministrazione è da settembre che stiamo lavorando al problema dei rincari. Per questo abbiamo stanziato in bilancio nel 2022 mezzo milione di euro destinato alle famiglie. Lo abbiamo fatto attraverso due bandi, uno pubblicato a settembre e un secondo uscito a dicembre, e quindi possiamo anche provare a tirare le somme: sono poco meno di 1.200 i nuclei familiari che abbiamo raggiunto con un’agevolazione compresa tra i 300 euro, per gli Isee inferiori ai 13mila euro, e i 200 euro per gli Isee compresi tra i 13mila e i 18mila euro. Questa è la principale misura di sostegno che abbiamo adottato». 

MISURE PER GLI ANZIANI

«In questo momento ci stiamo occupando di altre questioni sulla casa di riposo. Non abbiamo fatto delle operazioni, in particolare, sugli anziani ma sulle famiglie che hanno difficoltà di reddito e queste comprendono anche nuclei formati da anziani o con presenza di anziani». 

INTERVENTI  D'EMERGENZA

«I nostri Servizi sociali hanno delle procedure di emergenza. Si tratta, comunque, di procedure che non necessariamente sono snelle ma, d’altra parte, quando si tratta di soldi pubblici ci devono essere delle garanzie ben definite. Abbiamo degli strumenti di intervento specifici, sia per far fronte alle emergenze abitative sia per erogare dei contributi spot a chi versa in difficoltà». 

POLITICA ENERGETICA

«Non è stata una situazione del tutto imprevista. Era chiaro che l’onda dei picchi del mercato dell’approvvigionamento all’ingrosso si sarebbe scaricata sulle bollette con ritardi calcolati tra i 6 e i 12 mesi. E questo non dipende dai contesti locali ma da fattori di natura macroeconomica e geopolitica. Si poteva evitare se ci fosse stata una maggiore consapevolezza della necessità di utilizzare al meglio le conoscenze di costruzione e andamento dei mercati. Mi riferisco in particolare al disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’energia elettrica. Costruire dei mercati a tavolino è una cosa che si fa da tempo, ma c’è sempre stata una mancata volontà di natura politica di arrivare a questo. Ci sono, infatti, delle scelte di natura tecnica che sono in grado di garantire la tenuta delle scelte politiche e che non necessariamente entrano nelle pagine dei giornali. Ma così come siamo riusciti a vendere le frequenze radiotelevisive o dei cellulari, facendo delle aste che hanno portato cospicui incassi per lo Stato, anche in campo energetico andavano utilizzate al meglio tali formule».

TRIVELLE IN ADRIATICO

«L’idea che si avranno rischi di subsidenza è una favola. Dal punto di vista scientifico e geologico sappiamo perfettamente che un’esplorazione a 12 o 15 miglia dalla costa non comporta un pericolo di subsidenza per la terraferma e che quella degli anni ‘50 e ‘60 è stata legata a fenomeni diversi, tipo l’utilizzo delle acque metanifere. Più che altro, l’idea di dare il via alle trivelle oggi è una stupidaggine dal punto di vista economico, perché le riserve italiane stimate di gas, situate in grande maggioranza in Alto Adriatico, è, a regime, di circa 70 miliardi di metri cubi. Di questi, bisogna tenere conto che, se anche riuscissimo a tirarli fuori tutti, la vita media di un pozzo ha senso se è di almeno di 15 anni. Questo significa che all’anno si riuscirebbe a tirare fuori circa 3,5 miliardi di metri cubi riuscendo a sfruttare completamente tutto quello che abbiamo nel sottosuolo mentre all’anno consumiamo circa 68 o 69 miliardi di metri cubi».
 

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Il Gazzettino