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Si pensava di aver toccato il fondo, invece si trattava solo dell’anticamera. In tutto il Friuli Venezia Giulia, infatti, è suonato un nuovo campanello d’allarme. Nel mondo dell’industria ma anche in quello dell’artigianato e del commercio. Sono migliaia, infatti, le attività che negli ultimi giorni hanno segnalato un nuovo grave problema: la scadenza dei contratti dell’energia bloccati per gli anni precedenti ma in scadenza. E le proposte di rinnovo sono choc: si paga anche il 200-300 per cento in più.
IL PRECIPIZIO
I telefoni sono bollenti. Ristoratori, baristi, titolari di piccole e medie imprese. Il passaggio al nuovo contratto energetico è un salto nel vuoto. Lo spiega ad esempio Paolo Candotti di Confindustria Alto Adriatico: «Stiamo parlando di aziende, ma anche di persone, di famiglie - premette - che vedono scadere il contratto fisso dell’energia e che rischiano di pagare mediamente il 200-300 per cento in più.
LA TENDENZA
Nel commercio è lo stesso. Anzi, la situazione sarà peggiore. «Siamo tutti sulle spine, ci sono colleghi che hanno già visto terminare il proprio contratto e che con i nuovi prezzi rischiano seriamente di chiudere», è il commento di Pier Dal Mas della Fipe ristoratori. «Parliamo di tantissima gente in difficoltà, alle prese con costi tre.quattro volte superiori a quelli che si pagavano solamente pochi giorni prima».
Il decreto aiuti-bis ha prorogato le condizioni di alcuni contratti fino al 30 aprile del 2023. Ma questa garanzia non vale per chi, nel vecchio contratto, aveva già inserita la clausola in attivazione al momento della chiusura del periodo temporale indicato in precedenza. E in quel caso sono guai seri. Sempre più spesso, poi, le compagnie che garantiscono la fornitura di energia - e che in questi giorni stanno intensificando campagne pubblicitarie e telefonate ai loro clienti - sempre più spesso chiedono alle aziende delle pesanti fidejiussioni. Questo perché non ci si fida più della capacità dei singoli titolari delle imprese di assolvere ai pagamenti dovuti nel prossimo futuro.
«Un circolo vizioso che affosserà le aziende più deboli», spiega ancora l’industriale Candotti. «Serve urgentemente un intervento simile a quello attuato durante la pandemia. I prezzi devono essere mitigati con un taglio della parte fiscale. E lo Stato si sostituisca alle banche e faccia da garante».
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Il Gazzettino