Bofrost batte Enasarco, stop dei giudici all’istituto di previdenza sulla richiesta di 5,3 milioni

Bofrost batte Enasarco, stop dei giudici all’istituto di previdenza sulla richiesta di 5,3 milioni
Il braccio di ferro tra Bofrost Italia Spa e la Fondazione Enasarco, l'istituto previdenziale degli agenti di commercio, valeva qualcosa come 5,3 milioni di euro e durava da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il braccio di ferro tra Bofrost Italia Spa e la Fondazione Enasarco, l'istituto previdenziale degli agenti di commercio, valeva qualcosa come 5,3 milioni di euro e durava da oltre cinque anni. Era questa la somma contestata dagli ispettori con il verbale del 20 dicembre 2018 e ricevuto dall'azienda il 31 dicembre successivo per il mancato versamento dei contributi a coloro che erano stati inquadrati come incaricati di vendita, ma senza vincolo di subordinazione. Per la precisione era stato intimato un pagamento di 5.328.745 euro, una cifra rilevante per la società.

La sentenza

Contro il verbale la Spa aveva presentato ricorso al Tribunale di Roma, che nel 2022 l'aveva condannata a pagare l'intero importo. La sentenza, impugnata dall'avvocato Romeo Bianchin, è stata ribaltata in Corte d'appello la scorsa settimana. Bofrost commercializza al minuto prodotti surgelati in tutta Italia e la causa vinta, oltre che per l'aspetto economico, è importante per il riverbero che potrebbe avere in altri contenziosi simili. Dopo l’udienza di discussione, infatti, la decisione presa in primo grado è stata totalmente riformata, con condanna della Fondazione Enasarco al pagamento delle spese legali sia di primo che di secondo grado.
«I giudici - spiega il legale pordenonese - hanno ritenuto del tutto legittimo l’inquadramento operato dalla società Bofrost Italia con riferimento agli incaricati alla vendita, ritenendo le figure ben distinte rispetto agli agenti. Di conseguenza non sono dovuti né contributi né sanzioni. Una decisione di particolare rilievo per i principi espressi e che costituisce un rilevante precedente giurisprudenziale relativamente alle figure di incaricati alla vendita, rispetto agli agenti, nonché ovviamente per l’aspetto economico».


La società occupa circa 2.200 dipendenti, di cui 1.600 operatori di vendita porta a porta. «Svolgono sia attività di vendita al domicilio di clienti fidelizzati - spiega Bianchin -, sia attività di promozione e tentata vendita nei confronti di nuovi clienti. Gli operatori di vendita dipendenti sono distribuiti su varie filiali e su tutto il territorio nazionale». Per ampliare la clientela e rendere più capillare l’attività promozionale, Bofrost si avvale anche di incaricati alla vendita, figure senza vincolo di subordinazione. Sono circa 450, «Senza assumersi nessun preciso obbligo - continua il legale - bensì solo in virtù di una autorizzazione alla raccolta di ordinativi, operano liberamente e senza vincolo sul territorio italiano». Gli ispettori di Enasarco avevano invece evidenziato un inquadramento errato degli incaricati alla vendita e calcolato, tra contributi non versati e sanzioni, il debito di 5,3 milioni cancellato dalla Corte d'appello di Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino