Bocconi avvelenati nel centro di Adria contro i cani che "sporcano"

Uno dei bocconi con il topicida ritrovati ad adria
ADRIA  - Allarme bocconi per topi in città. Esasperati dal fatto di ritrovarsi quasi quotidianamente il proprio uscio di casa imbrattato dalle deiezioni dei cani,...

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ADRIA  - Allarme bocconi per topi in città. Esasperati dal fatto di ritrovarsi quasi quotidianamente il proprio uscio di casa imbrattato dalle deiezioni dei cani, alcuni adriesi non si sono affidati al classico secchio d’acqua e all’olio di gomito per eliminare il problema, o a un minaccioso cartello, ma hanno pensato di seminare la zona di bocconi per roditori per far fuori gli animali. È accaduto in via San Pietro, a due passi dal centro storico, sotto la cupola della cattedrale e all’ombra del grattacielo. 


 

ESCHE PERICOLOSE

Numerosi i bocconi ritrovati in zona tanto che c’è stato chi ha raccolto addirittura una intera paletta alza immondizia di bocconi. Un rischio per gli animali domestici. «Non si può - commenta Simone Boccato - arrivare a questo nel 2021. Qualcuno è talmente frustato per le deiezioni dei cani che è arrivato al punto di avvelenarli. Qualche settimana fa una apposita ditta è passata per la disinfestazione e ha installato i contenitori contenenti topicida». 
«Da quanto ci è dato sapere - spiega una signora - alcuni sono esasperati dal fatto che trovano le loro porte innaffiate dai cani regolarmente ogni mattina, ma non escludo il fatto, visto che in zona ultimamente si aggirano parecchi topi, che qualcuno autonomamente abbia sparso questi bocconi senza rendersi conto che cosi si mette in pericolo la vita di cani, gatti e di tutti gli altri animali ma anche quella dei bambini che possono raccogliere ed infilarsi in bocca il veleno facendosi del male». 
 

I RITROVAMENTI

I bocconi sono stati ritrovati oltre che in via san Pietro anche in vicolo Preti, in via Cairoli e in tutta l’area limitrofa. Purtroppo, quella di gettare su strade, prati e parchi i cosiddetti bocconi è una pratica ancora oggi molto diffusa. Una operazione del genere era stata messa in atto anni fa in alcune zone di Bellombra, provocando la morte di alcuni cani, e anche al campetto Pietro Nenni di zona Carbonara. Qui in particolare, per evitare che i proprietari vi portassero i loro quattrozampe a correre, era stata disseminata l’intera area verde di veleno per topi, veleno che solitamente agisce dopo circa 48 ore da quando il cane ha ingoiato il boccone avvelenato. 
 

AGONIA ATROCE 

I cani che mangiano le esche patiscono dolori atroci e, se non si interviene in tempo, vanno incontro alla morte. In genere sono proprio le aree per cani e i giardinetti pubblici le più colpite da questo fenomeno. I reati sono puniti dal Codice Penale. Secondo la legge chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. L’avvelenamento di un cane costituisce reato anche nel caso in cui l’animale non dovesse morire. Secondo il codice chiunque, per crudeltà o senza necessità, provoca una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili, è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5mila a 30mila euro. Anche colui che lascia in strada bocconi avvelenati o altre esche nocive, commette reato, anche se poi nessun animale dovesse trovare la morte. 
 

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Il Gazzettino